Altura Campania: Giovanni Fortunato, non Cetto La Qualunque
| di Biagio CafaroAltura Campania attacca il consigliere regionale Giovanni Fortunato e le sue esternazioni, a detta di AC, in stile Cetto La Qualunque: “E’ confermato. Secondo notizie di stampa, sarebbe proprio il consigliere Giovanni Fortunato e non Cettolaqualunque, come pure avevamo creduto, l’ispiratore della rivolta che da mesi serpeggia nel Cilento, con l’obiettivo dichiarato di liberarlo finalmente dai lacci e lacciuoli che, a suo dire, condizionano o impediscono il libero esercizio dello ius aedificandi. E’ ora di dire basta! La Soprintendenza vuole l’estinzione delle Comunità del Cilento, degli Alburni e del Vallo di Diano!”, slogan seducente, di facile presa che tradotto significa, “più cemento per tutti”. Gli argomenti sono noti e triti: freno allo sviluppo, autodeterminazione dei popoli e ancora che il dilagare dell’abusivismo sarebbe diretta conseguenza degli eccessi di una tutela immotivata e sempre più integralista. Soprintendenza nel mirino, dunque”.
Altura Campania rincara la dose: “Perché non inserire, tra i nemici del popolo di Fortunato, anche la Shell e le sue ricerche petrolifere? Con la Soprintendenza non c’entra proprio nulla, ma fa audience. Bene così. E’ una vera chiamata alle armi: un parterre di legali d’assalto, assessore provinciale in assetto di guerra, 5.000 manifesti per convocare gli adepti in un noto albergo della costa, dal quale far partire la crociata liberatoria, anche coinvolgendo la Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici e, perché no, il ministero e magari il presidente della Repubblica. In persona. Avrebbe ragione se la Campania fosse il migliore dei mondi possibili. Se le forze dell’ordine non sequestrassero, ogni santo giorno, fabbricati realizzati in assenza di qualsivoglia autorizzazione, se non fossero già troppe le opere pubbliche devastanti, spesso del tutto inutili, eseguite in barba alle leggi, se non si continuasse impropriamente a edificare nelle zone agricole, alimentando il deleterio fenomeno della dispersione edilizia, se non fossero elevatissimi i casi di piccole e grandi frodi volte ad incassare indebite rendite fondiarie, in una parola sperpero di denaro pubblico che aggrava ogni giorno il buco di bilancio nelle casse degli Enti pubblici, a scapito di chi, onestamente, lavora e paga le tasse. Se così non fosse, una qualche ragione potrebbe averla. E anche noi potremmo guardare alla sua iniziativa, un po’ becera e un po’ guascona, con la simpatia che si riserva al folclore.
La conclusione dell’assicuazione: “Ma, disgraziatamente, così non è. I dati dell’abusivismo e del consumo di suolo in Campania – che neanche l’onorevole consigliere può ignorare – sono allarmanti e, più che i proclami qualunquisti, sarebbe lecito attendersi un impegno serio, da esercitare proprio negli uffici dell’ente regione, cui il legislatore ha da tempo attribuito poteri esclusivi nella materia del governo del territorio e concorrenti in quella della tutela del paesaggio. Così come sarebbe lecito attendersi, da chi rappresenta le Istituzioni, un comportamento più consono al ruolo rivestito e – non suoni come eresia – azioni volte alla tutela del nostro patrimonio culturale e paesaggistico. Ma questo non pagherebbe in termini di consenso. Meglio più cemento per tutti, o come dice Cettolaqualunque nel suo famoso tormentone ‘Chiù pilu pe’ tutti’”.
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