L’altro Primo Maggio del Cilento e Vallo di Diano
| di Biagio CafaroC’è chi il Primo Maggio lo festeggia andando a mare, sfruttando la giornata estiva.
C’è chi il Primo Maggio lo festeggia a casa tra amici e parenti.
C’è chi il Primo Maggio lo festeggia con una gita fuori porta.
C’è chi il Primo Maggio lo festeggia tornano nel Cilento e nel Vallo di Diano, territorio lasciato per lavorare.
C’è chi il Primo Maggio lo festeggia perché è studente e vuole prendersela con comodo godendosi la gioventù, tanto con sta crisi dove lo trovo il lavoro.
Ma c’è anche chi il Primo Maggio non lo festeggia.
C’è chi il Primo Maggio non lo festeggia perché il lavoro non ce l’ha, e nel Cilento e Vallo di Diano sono in molti.
C’è chi il Primo Maggio non lo festeggia perché l’ultima busta paga risale a molti mesi fa, ne sanno qualcosa i dipendenti della Yele e del Corisa 4.
C’è chi il Primo Maggio non lo festeggia perché potrebbe perdere il lavoro a breve, ne sanno qualcosa gli operai idraulico forestali delle comunità montane.
C’è chi il Primo Maggio non lo festeggia perché è costretto a lavorare, in nero.
C’è chi il Primo Maggio non lo festeggia perché il lavoro lo vede solo d’estate, triste realtà delle località turistiche del sud Italia, dalle quali non si esenta il Cilento e Vallo di Diano.
C’è chi il Primo Maggio non lo festeggia perché il lavoro che svolge non è nobilitato da tale titolo, ma è definito tirocinio, a proprie spese.
C’è chi il Primo Maggio non lo festeggia perché il lavoro è una questione un pò precaria.
C’è chi il Primo Maggio non lo festeggia, perché è morto di lavoro.
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