Casal Velino: lettera di un cittadino al sindaco Giordano

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Casal Velino: lettera di un cittadino al sindaco Giordano

A Casal Velino fa ancora discutere piazza Marconi, antico centro della memoria storica della frazione di Marina, oggi non più esistente.

La piazza è stata infatti sostituita da una carreggiata a due corsie, affiancate da più ampi marciapiedi, dopo l’approvazione di un nuovo piano di riqualificazione del lungomare di Marina.

I lavori di demolizione sono iniziati già alla fine dello scorso novembre e si avviano alla conclusione, per l’apertura della stagione estiva.

Giancarlo Vigorito, residente di Casal Velino, scrive al Giornale del Cilento chiedendo la pubblicazione di una sua lettera al sindaco Domenico Giordano, sulla scorta della mancata risposta del primo cittadino alle considerazioni dello stesso Vigorito apparse sul Giornale del Cilento in data 18 febbraio 2012.

Il Giornale del Cilento decide di pubblicare, fedelmente, la lettera del nostro lettore, con l’obiettivo di dare voce al cittadino.

Signor sindaco di Casal Velino, il 18 febbraio u.s., attraverso la cortese ospitalità de “Il Giornale del Cilento”, mi permisi di rivolgerle alcune domande a proposito dei lavori, da lei voluti, di rifacimento della piazza Marconi di Marina di Casal Velino.

Nelle mie considerazioni, non criticavo i lavori dal punto di vista estetico, essendo squisitamente soggettivo il fatto che la piazza sarebbe o non sarebbe diventata più bella.

Contestavo il costo dell’opera, veramente esorbitante. Se le mie informazioni non sono sbagliate si tratta di ben 1.200.000, 00 euro. Se nelle casse comunali ci fosse una cifra così cospicua, niente da dire ma, se per eseguire le opere è stato fatto un mutuo vuol dire che le casse, in questo momento devono essere come le tasche della maggior parte degli italiani: desolatamente vuote.

In un momento in cui nel nostro paese non si parla d’altro che di crisi non mi pare che lei abbia agito da amministratore saggio e con l’oculatezza del “buon padre di famiglia”. Oltre tutto mi è sembrato poco attento alle vicende nazionali perché, come le ho già detto nella mia precedente, con l’art.35 delle liberalizzazioni spariranno le tesorerie comunali . I soldi che il comune incassa andranno a Roma che ne restituirà una quota minima. Quindi proprio non capisco dove andrà a sbattere la testa per onorare il mutuo. Porterà la tassa sull’immondizia a cifre ancora più impossibili? Aumenterà la quota del Comune sull’IMU? Organizzerà collette?

Avrei capito se si fosse trattato di un lavoro veramente indispensabile e improcrastinabile: che so: la fognatura, l’illuminazione, la sistemazione di tante vie periferiche, la raccolta differenziata fatta porta a porta e organizzata in modo serio.

La via dove abito, tanto per fare un esempio interessato, come lei ben sa, da anni, si trova in uno stato di vergognosa fatiscenza. A ogni rottura o della fogna o della condotta, specie d’estate, offriamo, come souvenir ai turisti genuini effluvi cilentani, a ricordo di un luogo dove sventola la bandiera blu.

E che dire dei costi dei numerosi interventi (20 o più all’anno?) tanto frettolosi quanto provvisori. Con quello che si è speso fino ad ora solo per mettere toppe si poteva rifare ex nova la condotta di tutta la via e sarebbero certamente avanzati soldi.

Probabilmente lei sogna le grandi opere, soprattutto opere ben visibili, per rimanere nella storia dei sindaci di Casal Velino.  Stia tranquillo, ci rimarrà nella storia, ci rimarrà!

In considerazione del fatto che vi erano state ben 900 firme di cittadini che non condividevano i lavori della piazza e che anzi li contestavano, mi dica la verità signor Sindaco, non crede che almeno uno straccio di risposta me la doveva, magari per farmi capire e convincermi che le mie osservazioni erano sbagliate?

Ha avuto una grande occasione, quella di convincermi che non è vero che chi detiene il potere, in genere, lo esercita in maniera supponente e arrogante.

Invece lei non mi ha degnato di una risposta. Perché? Non mi dica che supponente e arrogante!

Non mi dica che Il cittadino vale qualcosa soltanto nell’imminenza delle elezioni, quando si va a trovarlo persino a casa, per chiedere voti, in una sorta di meschino accattonaggio.

Crede forse nella logica di un sistema secondo il quale, Il cittadino, dopo che ha votato, si deve fare i cavoli propri, e mai, assolutamente, deve ficcare il naso in quello che si decide nel palazzo?

E’ sicuro signor Sindaco del significato della parola democrazia?

Dal vocabolario: “Democrazia: forma di governo in cui la sovranità risiede nel popolo che la esercita per mezzo delle persone e degli organi che elegge per rappresentarlo…”

Come dicono gli astri nascenti del Movimento 5 stelle, poiché la sovranità è del popolo, i sindaci sono alle dipendenze dei cittadini, e quindi lei, come dipendente, almeno una risposta me la doveva, tanto più in quanto ha contratto un debito che dovrò pagare per trent’anni. In scomode e sgradite rate.

Finito il suo mandato lei  se ne andrà a casa, lascerà il problema del debito a chi le succederà e buona notte ai suonatori.

E intanto noi e i nostri figli paghiamo. Si signor Sindaco, la ricorderemo, come potrebbe essere diversamente?

Non so se si è accorto del vento nuovo che spira: è cominciato nel 2009 ed era uno zefiro lieve, che qualcuno definiva “qualunquista”, poi è diventato un “demagogico” maestrale e ora soffia “populista” ma vigoroso e coinvolgente come può esserlo solo un vento di libertà. Le do una notizia signor Sindaco: E’ in arrivo uno tsunami che spazzerà via i vecchi sistemi. Parma, Comacchio, ed altri comuni dove il vento si è sentito forte, rappresentano solo l’inizio.

Trasparenza prima di tutto, coinvolgimento dei cittadini, riappropriarsi del territorio. tornare a vivere, operare in senso comunitario, partecipare, non più stare alla finestra passivamente, ma intervenire nella vita pubblica. La città è del cittadino e lui ha il diritto e il dovere di occuparsene.

Chi amministra deve farlo con la diligenza del buon padre di famiglia e deve avere sempre il consenso dei cittadini, altrimenti corre il rischio che i debiti che lascia se li paghi da sé.

Lei per sua fortuna, e anche nostra, presto non sarà più sindaco altrimenti i cittadini le potrebbero veramente chiedere il conto.

Cordialmente

Giancarlo Vigorito

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