Ludopatia, troppi i bar con le slot machine: in Cilento l’80 per cento

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Ludopatia, troppi i bar con le slot machine: in Cilento l’80 per cento

I dati parlano chiaro: in Italia sono 8-9 miliardi gli euro che da questo settore vengono versati nelle casse statali. Parliamo del 15% del mercato europeo del gioco d’azzardo e addirittura del 4,4% di quello mondiale. Si contano ben 15 milioni di giocatori abituali 3 milioni a rischio patologico e circa 800 mila concretamente nelle grinfie della dipendenza. Basti pensare che nel bel paese si possiedono all’incirca 400 mila “macchinette mangiasoldi” e ben 6,181 sono i locali autorizzati, escludendo quindi bar e tabaccherie. Una piaga sociale che mette al secondo posto, nella scala del fatturato legale, la Campania con un ricavato di 1 miliardo e 795 mila euro. In genere, un campano tra slot, bingo, scommesse, gratta e vinci e lotterie spende sui 1900 euro al mese. Tantoché tra quegli 800 mila giocatori patologici più di 85 mila risiedono nella nostra regione. Dietro queste cifre vertiginose si nascondono individui appartenenti ad ogni ceto sociale: studenti, disoccupati, operai e persino dottori ed imprenditori. 

 Il mito dei soldi facili, il senso della sfida e lo sfizio del gioco finiscono per diventare la condanna di queste persone. Tanto i patologici quanto i giocatori abituali sono mossi da un impulso irrefrenabile che spesso porta alla perdita di notevole somme. Ma è qui che inizia il bello: più si perde e più la tentazione di afferrare la fortuna o perlomeno di recuperare il denaro perduto cresce.  Un fenomeno sviluppatosi a pari passo con la crisi italiana. Sostenuta da una diffusione capillare la terza industria non subisce né contrazione né calo.

Prendendo in considerazione il Cilento l’80% dei bar ha le slot con una media di minimo 2-3 macchinette per locale, dove, in maggior luogo i giovani, spesso per prova, scherzo o noia abitualmente ne escono con le tasche vuote. Euro dopo euro fino a cadere nella ludopatia: una vera e propria malattia che porta il malcapitato alla completa invulnerabilità e continuità nonostante la consapevolezza delle gravi conseguenze. Non si tratterebbe quindi di un semplice vizio dal momento in cui si arriva a trascurare persino le priorità come lo studio o il lavoro per lasciar spazio al “gioco”. In tali spudorate circostanze il DDL n.158 (art.5) dichiarava la necessità di assistenza e prevenzione per una possibile cura e riabilitazione. A fronte di questa situazione nel 2007 la Norvegia prese una decisione tanto azzardata quanto socialmente rilevante: mettere a bando tutte le macchinette del proprio territorio. Ma in Italia il caso non è minimamente contrastato dallo Stato, anzi, sarebbero molti i parlamentari pronti a sostenere le lobby del gioco d’azzardo optando per il mantenimento dell’attuale istituzione, denuncia il Movimento 5 stelle.

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