Stio, Fiera della Croce, un appuntamento con la tradizione
| di Rosalia TancrediRicca di appuntamenti l’edizione 2012 della Fiera della Croce di Stio che si è conclusa il primo settembre con due appuntamenti con la musica tradizionale svoltisi presso l’area Largo Fiera della Croce: l’esibizione itinerante di musica cilentana de “I Cortazzo” e il repertorio di suoni etnici e popolari de “I Corepolis”.
Tra musica, gastronomia e la splendido scenario paesaggistico offerto da Stio, la Fiera della Croce si presenta sempre come un evento che contribuisce alla valorizzazione e alla promozione di questo angolo del Cilento, così come si era prefissa l’amministrazione comunale, che grazie ai fondi della misura 313 del PSR Campania, è riuscita ad allestire un progetto che potesse non solo far conoscere ad un pubblico più vasto la storia e l’importanza della Fiera della Croce, ma anche far vivere più da vicino le eccellenze locali, così come è stato possibile attraverso il percorso Stio Tipica. Stio Tipica è un itinerario che tocca alcuni tra i siti architettonici e culturali più interessanti di Stio e che rappresentano un pezzo estremamente importante dell’identità stiese. Cinque i siti culturali (Museo diffuso della civiltà contadina – Chiesa dei Santi Pietro e Paolo – Cappella di Santa Sofia – Cappella di Santa Maria degli Angeli – Ruderi dell’antica chiesa dei Santi Pietro e Paolo) e sette i punti di interesse situati nel centro storico del paese toccati dall’itinerario: il museo archivio Antonio Trotta (una collezione permanente d’arte contemporanea, che espone opere del maestro Antonio Trotta, nativo di Stio), l’arco di Via Umberto I (un arco in pietra che presenta particolari architettonici molto antichi), il vuttaro re Zi Mastro (i vuttari erano locali adibiti alla conservazione del vino. Quello di “Zi Mastro”, dal nome del suo antico proprietario, è l’unico che conserva tutte le attrezzature una volta utilizzate per vinificare), le strette (una sequenza d’archi, dove forse una volta sorgeva una porta di accesso al paese), la casa dell’abate Pepe (luogo di nascita, nel 1742, dell’abate Giuseppe Pepe, accademico per le scienze matematiche e fisiche che ebbe rapporti con gli illuministi francesi e con Vittorio Alfieri), Chiassetto (un piccolo slargo, comune a più famiglie, segnato da scale e archetti disposti in maniera particolarmente armonica), il cortile di Lidiana (altro piccolo slargo, in prossimità del quale sono ancora visibili gli anelli in ferro ai quali venivano legati gli asini).
Sabato 1 settembre, poi, a partire dalle ore 19.00, è stato possibile anche gustare la capra bollita, il piatto tradizionale della Fiera della Croce, presente all’interno percorso gastronomico.
Notizie storiche
La Fiera della Croce è un evento tradizionale le cui origini risalgono al Medioevo, che ha mantenuto per millenni una forte identità, diventando anche chiave di sviluppo per il territorio locale. Col passare dei secoli, grazie anche alle importanti produzioni di bachi da seta che caratterizzavano l’area intorno a Stio, la fiera divenne un piazza di particolare richiamo per la compravendita di quel particolare e pregiato tipo di tessuto. Già nel XIV secolo, infatti, la fiera risultava essere ben nota anche al di fuori dei confini del Regno di Napoli, potendo contare sulla presenza costante di mercanti fiorentini, genovesi, senesi e anche francesi. Ancora oggi, la Fiera della Croce resta una delle più importanti e tipiche fiere cilentane.
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