Vallo della Lucania, nuova udienza del processo Mastrogiovanni: deposizione dei consulenti tecnici della difesa

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Vallo della Lucania, nuova udienza del processo Mastrogiovanni: deposizione dei consulenti tecnici della difesa

Riprende, e anche in maniera piuttosto celere, il processo sul caso Mastrogiovanni. Martedì pomeriggio, come fissato da calendario, si è svolta la quarta udienza del nuovo anno del processo contro sei medici e dodici infermieri del reparto di psichiatria dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania, accusati per la contenzione di 83 ore e per la morte di Francesco Mastrogiovanni, avvenuta la notte del 4 agosto 2009 per edema polmonare nella stanza dell’ospedale di Vallo.

Franco Mastrogiovanni, maestro elementare di Castelnuovo Cilento, è stato ricoverato in trattamento sanitario obbligatorio il 31 luglio 2009 e deceduto nel reparto di psichiatria di Vallo della Lucania il 4 agosto 2009, dopo essere rimasto legato ad un letto con fasce rigide di contenzione ininterrotta per 83 ore.

In questo nuovo appuntamento al tribunale di Vallo della Lucania è prevista la deposizione di sette consulenti tecnici della difesa, per cui vengono chiamati a deporre insieme i consulenti Diana Galletta, medico psichiatra, e Claudio Buccelli, ordinario di medicina legale, entrambi dell’Università Federico II di Napoli.

Sono i due consulenti dell’imputata Anna Ruberto che, per la prima volta, è presente all’udienza; la Ruberto ha lavorato nell’ospedale proprio la notte in cui Francesco Mastrogiovanni è morto. Nel corso della loro deposizione i due consulenti difendono a spada tratta la loro assistita, facendo presente che è persona scrupolosa e attenta e che la notte della morte di Francesco Mastrogiovanni ha prestato servizio come medico di guardia e non come medico di reparto e che tra i due ruoli le differenze sono molte e che la sua presenza nell’ospedale era saltuaria e, inoltre, quella notte seguiva al turno fatto il 19 luglio 2009.

Sostengono, poi, che la Ruperto non fu informata dagli infermieri di particolari esigenze del paziente e pertanto non valutò se fosse necessario o meno continuare la contenzione.

A difesa degli infermieri Minghetti e Scarano, invece, Paolo Albarello, ordinario di Medicina legale all’Università La Sapienza di Roma, che sostiene che i due sanitari che si avvalgono della sua consulenza hanno lavorato in turni lontano dalla morte di Mastrogiovanni: il primo di quarantatre ore e il secondo di diciannove ore e comunque gli infermieri non potevano né interrompere né confermare la contenzione.

Quando l’avvocato Bartolo De Vita, difensore dell’Asl, gli contesta che nella cartella gli infermieri non hanno trovato né l’ordine di scatenarlo né l’ordine di continuare la contenzione, Albarello riconosce che gli infermieri avrebbero dovuto chiedere ai medici di annotare la contenzione nella cartella clinica, sulla quale – si ricorda – non vi è menzionata la contenzione subita da Mastrogiovanni, e a giustificare il mancato controllo notturno afferma che durante la notte non bisogna assolutamente disturbare il paziente.

La prossima udienza, intanto, è fissata per il 13 marzo mentre l’altra per il 27 sempre alle 14:00. Nell’udienza del 13 marzo saranno sentiti gli altri quattro consulenti degli imputati e poi probabilmente si passa agli interrogatori degli imputati (sei medici e dodici infermieri).

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