Marina di Camerota: il 20 ottobre “Il castello che sarà”
| di Biagio CafaroDomenica 20 ottobre 2013 a Marina di Camerota si terrà la manifestazione “Il castello che sarà”. L’evento organizzato dall’associazione Tuttinsieme mira alla conservazione e alla valorizzazione di un bene culturale legato alle origini della località cilentana.
E’ la triste trasformazione del castello marchesale (1776) e della torre Lajella (1518), l’origine storica di Marina di Camerota aggregata al palazzo. La più antica edificazione innalzata nel borgo marino cilentano, simbolo e luogo di attrazione. Un tempo questo palazzo proteggeva Camerota ora il castello è aggredito esternamente dall’immondizia e dai rifiuti speciali intorno ai quali sono cresciuti arbusti di ogni tipo, si presenta come un vero e proprio ricettacolo di immondizia. All’interno si trova di tutto: cartacce, sacchetti di plastica, pacchetti di sigarette, ma anche bicchieri, bottiglie e lattine di birra, in mezzo a foglie secche e piccole piante verdi cresciute spontaneamente. «Segnali inequivocabili di improvvisati bivacchi – spiega il presidente dell’associazione Mario Salvatore Scarpitta – conditi da maleducazione ed inciviltà favoriti da una mancanza di tutela da parte dei curatori del bene».
«Nell’ultimo decennio del XX secolo nuovi proprietari iniziano dei radicali lavori di trasformazione del castello che coinvolgono anche le strutture della torre, sono demolite le volte dei due ambienti interni e demolite parzialmente all’interno le pareti per ridurre il loro grosso spessore. Tali lavori porteranno all’ordinanza di sospensione degli stessi da parte della Soprintendenza Baaas di Salerno e al successivo decreto di vincolo dell’intero complesso edilizio» Così si rileva da un libro di Lorenzo Santoro della soprintendenza Bappsae di Salerno e Avellino che presentò a Marina di Camerota qualche anno fa.
«Una cosa è certa, chi ha poteri per intervenire, di fatto non lo fa – tuona Scarpitta –. Ciò dimostra l’attenzione per Camerota di coloro che amministrano in nome della Repubblica Italiana che pretendono di avere una sovranità che è inesistente. Si tratta di rifiuti urbani e speciali, pericolosi e non pericolosi abbandonati. Roba da gestire all’interno delle camere del comune di Camerota. Non sono tollerabili ulteriori ritardi».
«La nostra sollecitazione a sensibilizzare cittadini e amministratori – conclude Scarpitta – è mirata a riabilitare quel luogo perché oggi è esempio di incuria e di degrado della città e ha già compromesso l’igiene e la salute pubblica. Il paese è nostro. Prendiamocene cura».
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