Alto Cilento, “la battaglia pro Calore continua…”

| di
Alto Cilento, “la battaglia pro Calore continua…”

Le acque del Calore vengono da anni captate alla sorgente. La questione è decisamente importane e a tal proposito, ancora una volta abbiamo chiesto informazioni a Pasquale Di Perna, presidente dell’associazione Wivalcalore onlus e promotore di una petizione volta alla tutela del territorio.

Pasquale di Perna, di Piaggine, ci spiega come nasce l’iniziativa e come si sta evolvendo la situazione: <<E’ in corso una petizione popolare, visualizzabile a questo link, che sta avendo grande adesione sul web e sui media locali e dove è possibile sottoscrivere l’adesione. L’oggetto della petizione riguarda la richiesta di ripristino del rilascio del Deflusso Minimo Vitale nel fiume Calore Lucano in territorio dei comuni di Piaggine, Valle dell’Angelo, Laurino etc., Siti di Interesse Comunitario, Zona a Protezione Speciale, Zona A tutela integrale del Parco del Cilento, Zona Unesco, Geoparco Mondiale etc. etc.. Tale iniziativa si è resa necessaria in quanto le sorgenti ( alle falde del Monte Cervati ) che alimentano il fiume in questione , sono state captate nella loro portata massima non rilasciando il Deflusso Minimo Vitale e disattendendo completamento quanto prescrive l’art. 12 bis del R.D. del 1933 n° 1775 cosi come modificato dal D.Lgs n° 152/2006 . Per circa 5 mesi all’anno a partire dal mese di giugno, è in secca totale , come si può facilmente verificare dalla documentazione fotografica che i lettori potranno trovare sulla nostra pagina facebook. Le associazioni ambientaliste della regione Campania ed i rappresentanti politici della nostra zona al Parlamento Italiano, a cui è stata regolarmente comunicata la nostra denuncia, fino ad oggi non hanno mostrato alcun interesse alla problematica. Come ogni anno la storia si ripete da oltre un trentennio, ogni inizio estate il fiume Calore è in secca totale, versando in pessime condizioni senza il suo “deflusso minimo vitale”. I danni ambientali, sia alle popolazioni che alla flora e fauna sono incalcolabili. Non esistono più le tanto tutelate “Zone umide”, solo sulla carta luoghi di ritrovo della fauna e anche di alimentazione e nutrimento per la flora spontanea. Entrando nelle Gole Nord del Fiume, a monte dell’abitato di Piaggine, primo paese ad esserne attraversato, si ha l’impressione di vivere una condizione spettrale e desertica : le altissime forre ai lati dell’alveo in secca non hanno vita e nè la consentono. Anche la Lontra, animale in via di estinzione e di cui il Parco del Cilento si vanta di averla studiata e ritrovata nel Calore, è costretta ad abbandonare un habitat naturale dei più tutelati dell’intero Parco Nazionale del Cilento…e figuriamoci se non lo fosse. La classe politica locale è incapace ad avere un’idea di sviluppo dei nostri bellissimi territori, abbandonati a sè stessi e defraudati del loro minimo sostentamento. La risorsa Acqua è considerata solo un giacimento da sfruttare, come il petrolio. Lo spopolamento dei piccoli paesi come Piaggine (800 abitanti in meno di dieci anni) , Valle dell’Angelo (il più piccolo paese della provincia di Salerno) etc. continua a ritmi vertiginosi proprio a causa della incapacità degli amministratori locali nel sapere utilizzare le risorse locali che vi assicuro non mancano. Per avere un’idea di quanto si afferma, basta fare un confronto con Felitto, dove in località Remolino, in tutti i periodi dell’anno, accorrono numerosissimi visitatori, sia italiani che stranieri, ad apprezzare le Gole ed addirittura navigarle per un bel tratto. Il motivo di tanto successo è dovuto alla semplice presenza dell’acqua nel fiume, che alimentato dalla sorgente Gorgonero a valle di Laurino, non ha subito la stessa sorte della sorgente del Calore alle falde del Monte Cervati. Mi rendo conto che la mia iniziativa fa storcere il naso a qualcuno, come è già successo, ma sono convinto della mia battaglia ed andrò avanti fino a quando il fiume non ritornerà a vivere come quando più di 100 anni fa accoglieva 4 mulini nel raggio di 500 metri, creando occupazione e lavoro, e non meno di 40 anni fa , andavamo a fare i bagni da piccoli nel nostro “mare” in acque che oggi sarebbero classificate non con le 5 vele blu ma con 10 Vele. Un primo successo lo abbiamo già ottenuto, la gente, saputo della nostra iniziativa, quando ci incontra è felice e ci incita ad avanti.

A Di Perna, abbiamo chiesto cos’è e come nasce Wivalcalore <<l’associazione è costituita in rappresentanza dei paesi della valle del Calore e precisamente : Piaggine, Valle dell’Angelo, Laurino, Campora, Stio, Felitto, Castel San Lorenzo, Bellosguardo, Altavilla, Roscigno, Sacco, Villa Littorio, Roccadaspide>>.

E alla luce di quanto esposto in precedenza ci dice: <<E’ sulla spinta di questo entusiasmo che è stata costituita l’associazione “Wivalcalore” che avrà l’obiettivo di tutelare , non mummificare, il territorio ma riportarlo a nuova vita. Il primo nostro obiettivo sarà il recupero dei 4 mulini siti al rione Ponte, delle opere idrauliche annesse, riportarle alla luce e far diventare tutta l’area un sito di archeologia industriale con laboratori didattici per le scuole, e tutto ciò sarebbe possibile solo con la presenza dell’acqua naturalmente.>>

Infine, con la massima disponibilità, Di Perna conclude: << Qualora fosse necessario avere maggiori dettagli e delucidazioni sull’argomento invito i lettori a contattarmi ai link indicati.>>
©riproduzione riservata

Consigliati per te

©Riproduzione riservata