Albanella, Stato assente ai funerali di Nicola Carrano
| di Luigi MartinoUn applauso scrosciante. Tante lacrime. Il paese stretto intorno alla famiglia. Un ultimo saluto di tutto rispetto per Nicola Carrano, il camionista 62enne che si è impiccato dopo aver perso il posto di lavoro. «Dobbiamo essere più attenti a casi simili – recita il parroco – chi è in difficoltà va aiutato». Cittadini indignati per l’assenza dello Stato ai funerali. Il vicesindaco: «Nicola non è mai venuto in Comune a chiedere lavoro».
Il rito funebre Ai funerali assente lo Stato. Poche le cariche politiche nella chiesa di San Gennaro ad Albanella. All’uscita erano presenti il sindaco e il vicesindaco. La folla ha notato questo particolare. Il chiacchiericcio era forte sul sagrato: «Nemmeno un consigliere regionale o provinciale – affermavano indignati i cittadini – si limitano a parlare per televisione e sui giornali e poi quando c’è bisogno della loro presenza sono sempre assenti». Tema sottolineato anche dalla famiglia Carrano. Infatti, sul manifesto funebre, una scritta in nero recita: «Tutto questo a causa dello Stato».
L’omelia Era assente il parroco di Albanella don Carlo Ciocca, al suo posto è giunto don Angelo Tabasco, il cappellano militare in servizio alla caserma di Persano. Alla fine della cerimonia Tabasco ha benedetto la bara poi si è rivolto ai parenti: «La morte di Nicola non è colpa vostra. Nessuno di voi poteva fermare la mano del vostro congiunto prevedendo la sua drammatica decisione». Prima di concludere il funerale don Tabasco ha provato a scuotere ancora i cittadini di Albanella: «La tragedia della famiglia Carrano non deve cadere nel vuoto, ma deve far riflettere l’intera collettività».
Personalità «Nicola Carrano era una persona schiva dopo il licenziamento – racconta chi lo conosceva – il 62enne aveva tentato invano di trovare un altro lavoro, ma non è stato possibile». Il figlio di Nicola, Vito, è molto conosciuto in paese e in passato ha gestito anche un bar. Gianluca, il secondo, fa il militare e ad Albanella non ci va spesso. Nicola e la moglie, Silvana, avevano vissuto il licenziamento con grande umiltà e responsabilità. Silvana si dava da fare nel modo che poteva, porta avanti la famiglia, mentre Nicola quando era fortunato veniva chiamato dalle persone per alcuni lavori edili. Lui, però, non aveva mai superato lo schock per il licenziamento.
Il vicesindaco «Nicola non è mai venuto nel mio ufficio o al Comune, non ci ha mai chiesto un lavoro» sono queste le parole del vicesindaco Vito Capozzoli. Poi continua: «Del resto come tutti gli enti pubblici non avremmo potuto comunque assumere nuovi dipendenti. Conoscevo molto bene Nicola – afferma Capozzoli – era un cittadino onesto e dignitoso». Il componente della maggioranza di Albanella conclude rispetto alla frase che è apparsa sui manifesti funebri di Nicola: «Mi sento estraneo a quel tipo di affermazione, anche perchè il Comune non ha mai fatto false promesse o illusioni».
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