Caduta amministrazione Camerota, Bortone: “Ho detto troppi no senza mai scendere a compromessi”

“Ho detto troppi no senza mai scendere a compromessi con chi ha interessi su questo territorio”. Queste sono le prime parole di Domenico Bortone, sindaco di Camerota sfiduciato in mattinata, 5 gennaio. “In questi anni – dichiara Bortone – ho fatto sempre gli interessi dei cittadini”.

La sfiducia porta la firma di 11 consiglieri comunali tra i quali 4 consiglieri di maggioranza Fracesco Leo, Mario Scarpitta, Giosuè Saturno e Domenico Saturno, gli altri firmatari della sfiducia sono Orlando Laino, Ciro Troccoli, Alfonso Esposito, Antonio Romano, Giuseppa di Bello e Raffaele Grimaldi.

Il buco di un milione di euro. “Mi meraviglio che la sfiducia – ha continuato Bortone – nei miei confronti coincida con la mia visita, alcuni giorni fa, alla Corte dei Conti”. Bortone si riferisce al buco da un milione di euro prospettato dal ragioniere del comune cilentano. Quest’ultimo ha scritto in una missiva: “Sono soldi finiti nelle tasche di una decina di impiegati comunali”. A tal proposito Bortone ha dichiarato di aver subito anche una minaccia telefonica.
Secondo la ricostruzione del ragioniere comunale, per risalire all’«ammanco non dovuto» pari a circa 1 milione di euro, bisogna analizzare i progetti. A dire del ragioniere si tratta di fondi percepiti da alcuni dipendenti senza averne i presupposti, cioè senza avere raggiunto gli obiettivi.

I segnali di quest’estate. Ma l’amministrazione Bortone ha manifestato segnali di malessere già in estate quando, per garantire la sopravvivenza della giunta, tre consiglieri dell’opposizione sono entrati a far parte della maggioranza in cambio di assessorati, si tratta dei consiglieri dell’Udc Francesco Leo, Mario Scarpitta e Giosuè Saturno, gli stessi che, insieme a Domenico Saturno e a tutta l’opposizione, nella mattinata calda hanno firmato la sfiducia.

La svolta avvenuta nel comune di Camerota è una vittoria dell’opposizione o una sconfitta per Camerota?
Si preannunciano mesi caldi in vista delle prossime elezioni.

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