Vallo di Diano: “La Strada degli Antichi Vini” affolla Caggiano e le sue strutture
| di Federico Martino“Si può mangiare con le tradizioni e con la cultura purché siano collegate alla produzione”. Queste le parole di Giuseppe De Mita, vice presidente della Giunta Regionale della Campania a conclusione del convegno di sabato scorso in occasione de “La Strada degli Antichi Vini”.
Un momento di riflessione che ha messo insieme tecnici del settore vitivinicolo ed anche rappresentanti istituzionali del territorio. Occasione per parlare approfonditamente del futuro dell’entroterra campano e delle sue risorse agro-alimentari tipiche. E pare che l’opinione condivisa sia proprio che in queste risieda la chiave di volta: turismo enogastronomico, culturale e rurale. Su questo è necessario puntare per creare lavoro, nuova speranza di vita per i tanti giovani che abbandonano i piccoli paesi.
“Da Caggiano sono in tanti ad essersene andati, eppure ci sono storie all’incontrario che dimostrano che stiamo agendo bene”, racconta il sindaco Giovanni Caggiano. Difatti il paese del Tanagro sta dimostrando di essere in grande fermento, raccogliendo il plauso di tutti i comuni limitrofi, presenti tramite le istituzioni agli appuntamenti dello scorso fine settimana.
La Strada degli Antichi Vini, un progetto di ampio respiro volto al recupero ed alla valorizzazione della storia e della cultura locale del vino e della cucina tipica, ha davvero centrato l’obiettivo.
Durante la tre giorni è stato registrato il tutto esaurito: per i posti a disposizione nei laboratori della mattina, per il seminario ed il convegno di sabato pomeriggio, per i banchi di assaggio della sera ed anche per le strutture ricettive locali.
Moltissimi – dunque – i gastronauti che hanno affollato le strade del centro storico di Caggiano e le splendide stanze del Castello del Guiscardo destinate alle degustazioni.
Particolarmente apprezzate le preparazioni culinarie tipiche tra cui il pasticcio caggianese ed i prodotti locali a km 0 che hanno accompagnato i vini.
Da sempre in questo territorio la produzione vitivinicola ha rappresentato una forte tradizione familiare, forse influenzati da quella forte presenza (seppure lontana nella storia) del medico greco Menecrate, specializzato nel curare col vino.
Oggi qui insiste una sola produzione in bottiglia, portata avanti dall’Azienda Agricola Pucciarelli, ma la cantina sperimentale comunale probabilmente stimolerà molte altre aziende a fare lo stesso.
Di grande interesse anche il vigneto della biodiversità, un appezzamento di terra in cui sono state raccolte tutte le varietà ritrovate nella Comunità Montana del Tanagro-Alto e Medio Sele, grazie alla collaborazione dell’Istituto di Ricerca e Sperimentazione in agricoltura di Turi (BA).
La sua creazione assicurerà al territorio di non far scomparire un importante patrimonio ampelografico, una ricchezza da non sottovalutare e alla base di un rilancio della cultura della vite e del vino.
Anche l’offerta ristorativa è singolare: sette ristoranti di cui uno recentemente insignito con una stella Michelin ed uno premiato con la medaglia d’argento alla Gara Internazionale di Cucina di Marina Carrara.
“Sarebbe bello” – aggiunge l’assessore all’agricoltura della Provincia di Salerno, Mario Miano – “se Caggiano si trasformasse in un sistema da imitare, influenzando anche i territori limitrofi. Questo è un esempio virtuoso, lo è anche questo progetto che non è fine a se stesso. Non una festa ma un modo per stimolare l’economia locale ed il turismo, per dare spazio a quel settore primario che qui produce grandi eccellenze”.
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