Caso usura a Camerota, otto imputati alla sbarra. Uno chiede rito abbreviato
| di Luigi MartinoIl gup del tribunale di Vallo della Lucania De Angelis ha rinviato a giudizio otto indagati coinvolti nel caso «usura» di Camerota. Il nono ha avanzato, tramite il suo legale, la richiesta di rito abbreviato condizionato al proprio esame e a quello di un consulente tecnico. Nella prima udienza, tra quelle preliminari, la posizione degli indagati si è aggravata dopo appunto una richiesta di aggravamento avanzata dal pubblico ministero. Gli imputati dovranno rispondere di usura in concorso aggravata da alcune condizioni in base all’articolo 644. Secondo gli inquirenti coordinati dalla procura della Repubblica di Vallo della Lucania che nel marzo del 2012 ha fatto scattare l’operazione ‘San Domenico’ dei finanzieri del comando provinciale di Salerno, la presunta «associazione» era formata per la maggior parte da persone di Camerota e tutti gli interessi «ruotavano intorno a un professionista». Era il 12 marzo quando tre persone finirono in carcere e altre sei agli arresti domiciliari. Poi, giorno dopo giorno, le misure cautelari vennero ritirare e ora gli indagati sono tutti in libertà in attesa dell’inizio del processo.
Nove indagati Oggi, mercoledì, il giudice dell’udienza preliminare dopo la camera di consiglio ha rinviato tutti gli imputati a giudizio. Li attende quindi un processo. Uno di loro, Vincenzo Siani, attraverso il suo legale Franco Maldonato, ha avanzato richiesta di rito abbreviato condizionato che sarà oggetto di valutazione. Il tribunale dovrà quindi decidere se per lui ci sono i presupposti per un rito processuale, snello e veloce, senza testimoni, senza dibattimento, basato sulla documentazione raccolta in fase di indagine che, in caso di condanna, riduce la pena di un terzo e che permetta una prima ‘sentenza’ in tempi rapidi, direttamente dal gup, a termine dell’udienza preliminare. Sono stati rinviati a giudizio: Domigno Troccoli, ragioniere residente a Camerota; Domenico Siani, imprenditore residente a Camerota; Antonia Siani, imprenditrice residente ad Avellino; Rita Rizzuti, residente a Camerota; Principio Riccio, albergatore residente a Camerota; Luisa Troccoli, residente a Camerota; Rita Marchese, residente a Camerota; Vicente D’Alessandro, perito informatico residente a Potenza.
Il «raggiro» Per i finanzieri del comando di Salerno «l’intera rete d’affari costruita dai presunti usurai si estendeva su buona parte del territorio salernitano, soprattutto sulle zona costiere cilentane, ma sarebbe arrivata ad intaccare anche le provincie di Avellino e Potenza». Gli investigatori hanno scoperto che alcuni dei presunti principali protagonisti, al fine di portare a termine quelle che ritengono essere «operazioni di usura, si sarebbero avvalsi dell’ausilio dei familiari, portandoli alla partecipazione del reato». Secondo la ricostruzione degli inquirenti i familiari accreditavano sui propri conti correnti molti assegni postdatati emessi dalle vittime usurate. Gli indagati, inoltre, per mascherare il sistema usuraio – secondo chi ha indagato – avrebbero cercato di adottare ogni precauzione possibile: per sottrarsi ad eventuali e temute investigazioni di polizia, a turno ponevano all’incasso, mediante accredito sui propri c/c, gli assegni emessi dalle vittime, recanti la dicitura «M.M.» (a me medesimo) e la girata per l’incasso della vittima stessa, assegni naturalmente comprensivi del capitale ricevuto in prestito gravato dagli interessi del 7% mensile.
I rapporti di parentela Tra gli indagati ci sono diversi rapporti di parentela. Possiamo dire che si dividono in due rami. Il primo è quello di Domenico Siani, padre di Vincenzo Siani e Antonia Siani. Il secondo, più complesso, è quello di Domingo Troccoli, marito di Rita Marchese e fratello di Luisa Troccoli. Nello stesso ramo c’è Principio Riccio, marito di Luisa Troccoli e Rita Rizzuti mamma di Domingo e Luisa, suocera quindi di Principio. Mentre al di fuori di rapporti di parentela resta Vicente D’Alessandro, originario di Camerota che vive a Potenza.
L’ultima udienza preliminare All’udienza preliminare di mercoledì, l’ultima prima del processo, era presente l’avvocato Attilio Tajani che si è costituito parte civile con il proprio assistito Giovanni Sanchez. «La parte civile che io rappresento è soddisfatta di questo esito del giudizio preliminare – ha dichiarato Tajani – perchè la vicenda è destinata al vaglio dibattimentale nel quale sarà affrontata in tutta la sua interezza e compiutezza. Quindi il primo passo importante è stato fatto – conclude il legale – e sono state riconosciute sostanzialmente le ragioni e la fondatezza dell’impianto accusatorio».
Il processo inzierà dunque il 19 giugno 2014 per gli otto indagati rinviati a giudizio. Sulla richiesta di rito abbreviato di Vincenzo Siani si resta in attesa della decisione del tribunale.
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