Pisciotta: richiesto lo stato di emergenza per calamità naturali

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Pisciotta: richiesto lo stato di emergenza per calamità naturali

Le copiose piogge ma soprattutto lo stato di abbandono del territorio cilentano continua a creare danni.

Ancora una volta tra i territori più martoriati il comune di Pisciotta che ha richiesto alla presidenza del Consiglio dei ministri la dichiarazione dello Stato di emergenza per calamità naturali. Numerose sono le frane nel comune di Pisciotta, non c’è strada che non presenti qualche problema e nei centri abitati di Pisiotta e Rodio la situazione è degenerata nel mese di Marzo in seguito a due frane nei pressi delle abitazioni.

Lo sgombero di marzo. Il centro abitato del comune cilentano continua ad essere interessato da smottamenti e frane creando numerosi pericoli alla popolazione locale. Nell’ultimo mese la situazione è degenerata al punto da sgomberare, il 14 marzo, le abitazioni in via Foresta interessate da un ampio fronte di frana che ha invaso il parcheggio san Macario e alcune abitazioni circostanti. L’ordinanza di sgombero si è resa necessaria onde evitare disastri ben più gravi in quanto la frana pone a serio rischio le abitazioni e il parcheggio.

La richiesta dello stato di emergenza. La gravosa situazione ha portato alla richiesta dello stato di emergenza: «Lo stato di gravissima emergenza in cui versa il territorio e la popolazione dopo le recenti e copiose precipitazioni delle settimane scorse – si legge nella delibera di giunta -. Di dare atto che, per le motivazioni riportate in narrativa, ricorrono tutte le condizioni per la dichiarazione dello stato di emergenza da calamità naturale, a seguito delle eccezionali precipitazioni, e conseguenti frane e inagibilità di edifici, con concreto rischio di crolli che ha colpito il comune di Pisciotta. Di chiedere, pertanto, alla presidenza del Consiglio dei ministri la dichiarazione dello Stato di emergenza per calamità naturale del territorio del comune di Pisciotta interessato dagli eventi calamitosi».

Le richieste si estendono al Governo e alla regione Campania con «l’assegnazione di adeguate risorse finanziarie per fronteggiare le spese correlate all’evento calamitoso e da sostenersi da parte di questo comune». Oltre a richiedere l’esclusione delle spese sostenute per il ripristino delle strutture ed infrastrutture dal calcolo del saldo valido ai fini della verifica del rispetto del patto di stabilità.


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