Corisa 4: a rischio lo stabilimento di Casal Velino per insolvenze

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Corisa 4: a rischio lo stabilimento di Casal Velino per insolvenze

Nuova tegola per il comparto di smaltimento rifiuti del territorio del Cilento. Dopo i problemi relativi al mancato pagamento degli stipendi arretrati dei lavoratori il Corisa 4 sta perdendo i propri beni per morosità. Non avendo potuto pagare i fornitori e i creditori quest’ultimi dopo aver emesso i decreti ingiuntivi si stanno rimborsando con il materiale patrimoniale del Consorzio rifiuti Salerno 4 come computer  ma anche due automezzi di raccolta Scania. Infatti il consorzio ha visto i propri beni messi all’asta, ricavando, per ora intorno agli 80 mila euro. Purtroppo tale cifra non si avvicina ai reali debiti che il Corisa 4 ha nei confronti dei fornitori così rischia di veder portato all’asta l’impianto di compostaggio di Casal Velino, dove sono stati spesi circa 500 mila euro. La messa all’asta dell’impianto di Casal Velino provocherebbe la perdita del bene di maggior valore per il consorzio «ma non ha mai funzionato – dichiara Ettore Casinelli del sindacato Azzurro –. Eppure si tratta di una struttura ubicata nello stabilimento di Casal Velino e che doveva servire a smaltire tutti quelli scarti e quelle rimanenze di materiali da costruzione o materiali derivanti da demolizioni, costruzioni e scavi».

Secondo il sindacalista poteva prospettarsi una soluzione diversa, con l’aiuto della Yele: «Quello che non mi spiego è come mai Domenico Del Gaudio, il commissario liquidatore del consorzio, invece di far andare all’asta i beni primari non li abbia rivenduti alla Yele. In questo modo tutto rimaneva in possesso della società controllata e non ci sarebbe stata una perdita patrimoniale così consistente come quella a cui stiamo assistendo».

A pagare devono essere i responsabili per Casinelli: «A questo punto chiedo le dimissioni del commissario Domenico Del Gaudio perché non riesce a garantire il corretto funzionamento del Corisa 4 e soprattutto non dà nessuna garanzia a noi lavoratori sugli stipendi arretrati. Se lui riuscirà a mettere qualche dono sotto l’albero di Natale per i figli, per noi non sarà così perché le ristrettezze economiche ci impongono di tagliare pure sui beni di prima necessità».

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