C’è una discarica nel Cilento: è una bomba ecologica (FOTO)
| di Luigi MartinoSembra di entrare in una città disabitata, colpita da un terremoto. Crolla tutto nella discarica di ‘Macchia Soprana’ a Serre, nel Cilento. La stradina non c’è più. I piloni non ci sono più. I muri dovrebbero contenere la terra esterna, che però fa capricci, non ci sta e spinge. Lo smottamento cammina, si sposta, giorno dopo giorno, sempre di più. Il percolato cola giù dalle pareti. Ha un colore strano, tra il marrone del ferro arruginito, la terra, questa terra, patria della dieta mediterranea, e il piombo. Chissà quanti rifiuti, quanti metri cubi sono stati abbandonati lì. La discarica è chiusa e quasi del tutto abbandonata. «È diventata una ‘bomba’ ecologica pronta a esplodere – scrive ilfattoquotidiano.it – perché se lo smottamento dovesse proseguire c’è il rischio di scivolamento verso il sottostante fiume Sele dei rifiuti depositati a monte. La spazzatura si trova fino ad un’altezza di circa 30 metri al di sopra della frana, iniziata a metà marzo al di sopra della vasca A, come scoperto e documentato dal movimento civico “Serre per la vita”».
I dati allarmanti da considerare sono due, principalmente. Al momento sono ammassati oltre 800 mila metri cubi di rifiuti. Il fiume Sele dista non più di 6-700 metri dall’impianto. Proviamo ad immaginare cosa accadesse se quell’ammasso tossico scivolerebbe a valle. Poi a mare. Nel mare del Cilento considerato tra i più puliti d’Italia. «Una costa dalla balneabilità eccellente», il dato che è uscito dall’ultimo report dell’Arpac. La discarica, costituita da un sito di stoccaggio provvisorio e da due vasche, fu aperta nel 2007 in piena emergenza rifiuti in Campania, e chiusa nell’agosto 2008 perché totalmente saturata. Fu definita dal ministero dell’Ambiente «la più sicura d’Italia», «ma in realtà – scrive ilfattoquotidiano.it – fu il frutto di uno scontro politico-ambientalistico tra il ministro verde Alfonso Pecoraro Scanio e il commissario di governo per l’emergenza Guido Bertolaso che produsse la teoria del “male minore”: si andava a Macchia Soprana per salvare l’area di Valle della Masseria, ritenuta di pregio superiore». Ma l’idea non è stata delle migliore, almeno a detta degli esperti: «L’impianto è stato costruito in una scarpata argillosa, all’interno di un bosco di macchia mediterranea di circa 200 ettari, a meno di un chilometro dal fiume Sele ed a qualche chilometro a monte della traversa di sbarramento che forma una diga strategica per l’agricoltura del salernitano». «Da oltre settanta anni – ricordano gli attivisti di ‘Serre per la vita’ – da questa diga partono i canali per l’irrigazione della piana del Sele in cui operano aziende agricole che esportano primizie in tutto il mondo».
Citando alcuni dati abbiamo scritto che sono circa 800 mila i metri cubi di spazzatura presenti nel sito, ma il dato non è certo. Durante l’ultimo periodo le balle che arrivavano a ‘Macchia Soprana’ non venivano nemmeno pesate dai camion. Ora sono lì, stipate mentre colano. Cola percolato dappertutto. Il liquido fuoriesce dalla vasca e scende giù grazie anche alla permeabilità del terreno. Il reportage di ‘Serre per la vita’, non smentisce le nostre parole.
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