Palinuro: L’Arco Naturale è “abusivo”
| di Biagio CafaroCosa è successo. Il 2 luglio è stata data la notizia del sequestro del ponte che congiunge le due sponde del fiume Mingardo presso la foce del fiume in località Arco Naturale di Palinuro. Il ponte, nonostante il placet del Comune di Centola e del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, mancava degli atti autorizzativi paesaggistici e urbanistici. Il provvedimento è stato preso anche per motivi di sicurezza poiché la struttura mancava dei progetti esecutivi e dei calcoli strutturali a salvaguardia della pubblica incolumità, anche in seguito alla piena del fiume Mingardo del mese di Giugno. Oltre a ciò il ponte è stato ubicato in un area già sottoposta a sequestro il mese scorso. Infatti il 7 giugno sono stati sigillati presso l’Arco Naturale diverse strutture, tra cui il tunnel sottostante l’Arco Naturale e le spiagge prospicienti il costone roccioso.
Cosa pensa il sindaco Speranza. In seguito a questi provvedimenti il sindaco di Centola, Romano Speranza, e il presidente del Parco nazionale del Cilento, Amilcare Troiano, hanno protestato. Parole di fuoco quelle di Speranza, il quale, in più occasioni, ha dichiarato il suo intento di voler uscire dal Parco nazionale del Cilento: “Vista la totale incomprensione dei nostro problemi, più volte denunciati, penso che la soluzione più utile sia uscire fuori dal Parco. Ente, a questo punto, inutile”. Così dichiarò Speranza dopo la piena del fiume Mingardo. L’intento del sindaco di Centola è quello di tutelare il turismo estivo liberandosi dai vincoli ambientali: “Stare nel Parco – spiega il sindaco – significa stare soggetti alla Soprintendenza con la quale non c’è alcuna possibilità di dialogo. La tutela ambientale deve essere gestita solo dal Parco”.
Ricapitolando. L’idea degli amministratori, nella fattispecie del sindaco di Centola, è quella di sfruttare il proprio territorio per permettere un turismo concentrato nei 3 mesi estivi. Ma questo per quanto tempo può durare? Per quanto tempo si può ancora sfruttare il territorio? L’area interessata da questi sequestri è un sito di interesse comunitario oltre a rientrare nell’area zone di protezione speciale e zona SIC e ZPS del Parco nazionale, in pratica una delle zone a più alta tutela del Parco cilentano.
Zona SIC e ZPS del Parco? Sabato scorso siamo andati sul luogo e sembra tutto fuorché un paesaggio a tutela. Costruzioni sulla costa, ponti artificiali e occupazione della foce del Mingardo con autovetture, gommoni e barche, oltre ai moli e i sigilli di sequestro. E’ stata una scelta, quella di privilegiare un turismo estivo, che a volte si rivela deleteria per il territorio, a discapito di un turismo naturalistico che porterebbe ad una valorizzazione delle bellezze naturali del territorio cilentano, oltre a valorizzare un turismo attivo tutto l’anno. Invece, a quanto pare, si preferisce sfruttare fino all’osso il territorio per favorire il turismo estivo.
I sigilli non rispettati. Altro particolare da tenere in considerazione e che i sigilli non vengono rispettati. Tra tutti la recinzione intorno al tunnel situato sotto l’Arco Naturale è stata abbattuta e i bagnanti passano tranquillamente sotto l’Arco Naturale, mettendo a repentaglio la propria vita, poiché l’Arco Naturale è pericolante.
L’Arco Naturale è “abusivo”. Tutto questo porta ad una conclusione, non sono i ponti ad essere abusivi, o le costruzioni presso la foce del Mingardo, ma l’Arco Naturale e il fiume sono abusivi, poiché tolgono spiaggia ai bagnanti.
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