Agricoltura e turismo, parte la filiera dell’olio dal cuore del Cilento
| di Marianna VallonePrima anche del riconoscimento dei Distretti rurali delle aree interne e protette della Provincia di Salerno, parte la filiera dell’olio nel cuore del Cilento, terra dove gli uliveti hanno una storia millenaria. E’ il primo concreto risultato ottenuto durante il ‘Tavolo operativo d’Innovazione e d’Impresa nell’ambito delle direttive Mab Unesco’, che si è svolto giovedì 3 luglio a Castel San Lorenzo. Ed è proprio con la creazione dei Distretti rurali, agroalimentari di qualità e di Filiera che «si potrà incidere realmente sull’economia dell’area – spiegano – e su un settore che seppur oggi ha esempi di eccellenza, ha anche attività che rischiano la chiusura, perché poco concorrenziali e non inseriti in un network economico». «L’obiettivo – spiega Anna Pina Arcaro dell’ente per lo Sviluppo Sostenibile ‘I Piccoli Campi srl’ – è quello di creare una rete delle filiere agricole e agroalimentari per consolidare il modello di sviluppo sostenibile de “Il Coltivare Rigenerativo”, in cui la produzione bio e di alta qualità valorizza il processo di coltivazione per integrarsi successivamente con il pacchetto turistico. Hanno aderito gli Enti Pubblici territoriali, ora l’azione sta passando alle imprese locali, ed è questa una bella sfida per lo sviluppo locale».
Sfida raccolta in pieno dall’associazione Oleum e dal suo presidente, Gaetano Avallone che punta tutto sulla qualità: «Il nostro olio deve essere il migliore in assoluto, deve essere lucente». E la lucentezza è anche negli occhi di un imprenditore, come Nicolangelo Marsicani del Frantoio di Sicilì di Morigerati, quando ha raccontato la sua storia e la trasformazione della sua attività puntando proprio sulla qualità e su un prodotto di nicchia. Esempi concreti di storie imprenditoriali da raccontare, che fanno scuola a chi ha oggi difficoltà a vendere perché il proprio prodotto è o fuori mercato o scadente.
Rosa Pepe, che si occupa del progetto “Agrigenet”, network per la salvaguardia e la gestione delle risorse genetiche agro-alimentari, moderatrice durante l’ incontro, ha più volte rimarcato l’aspetto della professionalità e competenze da mettere in campo per vincere questa sfida, come quella ad esempio di migliorare anche la produzione vitivinicola dell’area, puntando sull’Aglianicone, vitigno autoctono. E lo hanno spiegato bene esperti come Angelo Raffaele Caputo del Cra di Bari e Giuseppina Gargiulo del Servizio Territoriale di Salerno che da anni si occupano attivamente di classificazioni dei vitigni. «La cooperazione è un’arma vincente – ha detto Marco Serra del Consorzio di Tutela “Vini” – e la filiera sarà una forza per l’intero Distretto che dovrà rappresentare un volano per l’economia e per incentivare i giovani a intraprendere questo splendido mestiere».
Un forte e positivo interesse arriva anche dall’Ordine degli Agronomi di Salerno: «Dobbiamo rafforzare sempre più i rapporti tra i vari soggetti – ha dichiarato Anna Rufolo, vice presidente dell’Ordine degli agronomi – noi in questa sfida ci siamo e siamo al vostro fianco». Ed è proprio in questa era della globalizzazione che sta mettendo a rischio le piccole produzioni, che le aree attigue di un territorio devono necessariamente fare da collante e fare rete. Vincenzo Sannino, presidente dell’associazione Costiera Amalfitana Riserva Biosfera (Acarbio), e parte del comitato promotore dei Distretti, rimarca la necessità di creare sempre più occasioni di collaborazioni tra Costiera e Cilento. «Abbiamo eccellenze che hanno bisogno di mettersi in rete – ha spiegato Sannino – ci sono continui input che ci arrivano dall’estero, con i diversi programmi europei che necessitano di una rete territoriale che abbracci più aree e più competenze. La candidatura ad esempio della Costiera amalfitana a Riserva Mab Unesco, pone le basi per tutte le attività presenti nell’area e che puntano sulla sostenibilità ambientale e su un nuovo sviluppo economico. Il futuro è in questa direzione». Presente all’incontro anche Jasmine Accardo del Festival Internazionale del Cinema e dei Diritti Umani: «Queste aree del Cilento che soffrono l’abbandono dei territori, potrebbero rappresentare un’occasione di vita anche per i “migranti” – ha spiegato Accardo – potremmo dare loro una possibilità di imparare un lavoro e di portare l’esperienza fatta qui, nella loro terra d’origine». Ora spetterà al comitato promotore condurre in porto queste attività, in sinergia con tutti gli enti ed imprese aderenti, con contenuti in progress e in sintonia con la nuova Programmazione Europea 2014- 2020 , con Horizon 2020 e con la Strategia MAB Unesco 2014-2021.
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