Ombrelloni «selvaggi» sulle spiagge di Marina di Camerota

Sabato 5 luglio. Spiaggia della Calanca a Marina di Camerota: si contano circa 50 ombrelloni incustoditi. Qualcuno in più e non in meno. Ci sono sedie di plastica, sacchi con i giocattoli e gonfiabili intorno ad alcuni. Un gruppo di giovani gioca ancora con la sabbia quando sono le 21. Gli addetti ai lavori sistemano le ultime cose. Gli ombrelloni resteranno lì per tutta la notte. Poche centinaia di metri più in la si potrebbe dire stessa spiaggia, stesso mare. E invece no. La spiaggia è diversa, il mare forse no, ma l’abitudine è la stessa: altri ombrelloni sono lì. Occupano il posto. Cambiano soltanto di colore. Ma anche questi nascondono giochi da mare, sdraio e cattive abitudini. Questa è la spiaggia di ‘Marina delle Barche’. Nomi diversi, stessi scenari. Al tramonto gli ombrelloni sono schierati, abbandonati dai padroni. Immobili. Sembrano tanti tronchi orfani della chioma che si godono lo spettacolo e il sole che si immerge nel mare. L’ombra crea strani giochi sulla sabbia. Tra i lidi a Lentiscelle la situazione è differente: se ne contano soltanto due in fondo la spiaggia. All’inizio, verso il paese, nemmeno uno. Tutto documentano dalle immagini scattate alle 21, minuto più, minuto meno. L’estate cilentana non è ancora nel vivo, ma sulle spiagge di Marina di Camerota è tornato il fenomeno dell’ombrellone «selvaggio». E’ un escamotage utilizzato dai turisti per occupare illecitamente il posto su quei tratti di litorale liberi dagli stabilimenti balneari. Una pratica che ogni anno si ripete. Dalle spiagge in paese a quelle più periferiche sono decine gli ombrelloni che sostano sull’arenile per settimane. I vacanzieri lo piazzano il primo giorno, quando giungono a Camerota, e lo tirano fuori prima di abbandonare una delle località turistiche più frequentate del sud Italia. Nonostante i regolamenti e le ordinanze, il fenomeno non si riesce a debellare.

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