Ciccimmaretati, dal 17 al 23 agosto a Stio la vera sagra cilentana
| di Mariangela CerulloDa oltre vent’anni a Stio, per una settimana, si ritorna ad assaporare la cucina tradizionale. I sapori sono quelli contadini e forti, gli ingredienti semplici e ‘quotidiani’ perché non sono i nomi esotici a rendere appetibile una pietanza. L’ Associazione Culturale ‘il Punto’ si propone di celebrare il proprio territorio attraverso il recupero e la promozione di antiche tradizioni culinarie riproposte nell’evento enogastronomico dei ‘Ciccimmaretati’ che si svolge a Stio, come ogni anno, dal 17 al 23 agosto.
L’ambiente selezionato accuratamente è quello di un castagneto secolare, dove l’imponenza degli arbusti offre un sottofondo fatato alla cena. Il mondo in cui si entra sembra quello perduto nella storia che fu, nel piazzale i commensali sono serviti dal personale che indossa gli abiti tipici della civiltà contadina.
Il menù propone eccellenti pietanze rigorosamente preparate dalle donne autoctone, tra cui: ciccimmaretati (legumi e cereali), le melanzane imbottite, grano al forno, cavatelli, foglie e patate e dolci tipici.
L’associazione, nell’agosto del 2007, ha anche pubblicato un libro di ricette dal titolo esaustivo: ‘Piatti Poveri della Cucina Cilentana’. La descrizione dei modi di preparazione e dell’uso di certi piatti offrono uno scorcio di vita vissuta in cui s’intravede un legame strettissimo con la terra e la sua ineluttabile ciclicità. La povertà di questi piatti non è data dagli ingredienti, bensì dall’importanza che rivestiva il consumo di carne anni orsono, nei quali denotava un pregiato status sociale. Ai contadini e agli indigenti, restavano gli avanzi della terra. La necessità ha fatto sì che il poco diventasse il tutto, ed ora a distanza di tempo possiamo permetterci il lusso di mangiare pietanze ‘povere’ ma prelibatissime. Queste pietanze appartengono alla memoria storica dell’intero territorio, non lasciano spazio al mercato sempre più inglobante dei ‘fast-food’; sono fatte di lentezza e di cura, un tempo naturale che permetta ai legumi di ammorbidirsi e alla legna di scaldare i forni. Il cibo deve necessariamente riuscire a ricucire un legame con la nostra storia e a Stio c’è tutto questo. L’associazione non dimentica i celiaci, infatti è previsto un menù rivisitato appositamente per le loro esigenze. Nell’area preposta allo svolgimento dell’evento, è stato creato un percorso senza barriere architettoniche ed è stata attrezzata ai fini di rendere efficienti anche i servizi igienici.
All’ingresso vi è l’obbligo di prenotazione per smaltire rapidamente la fila, si lascia semplicemente un numero di cellulare e in seguito si è avvisati tramite un sms del numero del tavolo in cui prendere posto; l’attesa però non sarà noiosa, vi sono moltissimi stand da visitare e ogni sera sarà allietata da musica. Nell’area è presente anche uno spazio con animatrice dove lasciare i bambini. I presupposti per passare una serata diversa ci sono tutti, basta saper apprezzare il cibo vero.
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