Paesaggi in cartolina, la storia di Paestum attraverso cartoline d’epoca
| di Lucia CarielloDuecentoquaranta cartoline suddivise in ventisei sezioni che ripercorrono la storia del comune di Capaccio. Una raccolta messa insieme negli anni in un archivio laboratorio dall’artista Sergio Vecchio e riordinata in un libro da Paola Capone, professore di Storia dell’Arte Moderna e Storia delle Arti Grafiche presso l’Università di Salerno e direttore editoriale di Area Blu Edizioni. L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Capaccio.
Il libro dal titolo ‘Paesaggi in Cartolina’ si apre sui paesaggi naturali e urbani di Capaccio. Le cartoline mostrano scene di vita quotidiana, persone e automobili con lo sfondo di corso Vittorio Emanuele e corso Costabile Carducci, le piazze e i palazzi del centro storico, scene di mercato, i giardini luogo d’incontro e di svago. C’è la biblioteca popolare, oggi non più esistente e sostituita da locali, la fontana dei delfini, la torre dell’orologio, i bambini immortalati davanti all’asilo infantile Beatrice Bellelli. Uscendo dal centro storico le cartoline rappresentano i più suggestivi luoghi sacri: il convento dei Frati Minori Osservanti, il santuario della Madonna del Granato, il santuario del Getsemani, con il Cristo che prega sulla roccia, a sua volta soggetto di varie cartoline. Scendendo in pianura, prima di raggiungere la zona archeologica, si passa per la fertile pianura arrivando fino a Persano, che era sede della Casina Reale, un tempo residenza di caccia dei Borboni e da qui a Ponte Barizzo con le cartoline che ritraggono la casa del Barizzo e il ponte sul fiume Sele.
Alcune cartoline raccontano come l’uomo, in questa zona, abbia dovuto fare i conti con i ristagni d’acqua e con l’aria malsana e la malaria che ne derivavano.A questo punto si approda a Paestum. I tre templi, le mura, le porte d’accesso, la torre Laura e l’Heraion di Foce Sele testimoniano l’iniziale fondazione greca. Il portico del foro, le terme, l’anfiteatro e il cosiddetto tempio della pace indicano la presenza dei romani. Senza allontanarsi troppo dalla zona archeologica, alcune cartoline mostrano la vecchia stazione, costruita nel 1936, con l’annessa sala d’aspetto allestita per ospitare il re e Mussolini in visita a Paestum. E ancora la foto del tabacchificio, esempio di archeologia industriale, il ristorante Nettuno, costruito nel 1929 in seguito all’ampliamento di una casa colonica risalente alla seconda metà dell’Ottocento. Alcune cartoline ritraggono le famose rose di Paestum, decantate da alcuni importanti scrittori latini, altre ancora le spiagge, i primi lidi e i primi campeggi. Il libro è un percorso lungo la storia, come indicano le date delle cartoline e attraverso i cambiamenti culturali del territorio.
«Abbiamo voluto e sostenuto fortemente l’iniziativa. – afferma il sindaco Italo Voza – Le immagini spesso sono molto più eloquenti delle parole e questo libro ne è la conferma. Sfogliando le sue pagine ripercorriamo la nostra storia attraverso i luoghi più significativi del territorio, quelli che ne hanno segnato le tappe fondamentali. E per chi come me a Capaccio Paestum è nato è cresciuto, queste immagini significano ripercorrere, assieme alla storia del comune, anche i nostri ricordi. E’ una raccolta di documenti che ben rappresenta la bellezza del nostro territorio. Ringrazio Sergio Vecchio – conclude Voza – che ha messo a disposizione il suo archivio e la professoressa Paola Capone che così bene ha saputo catalogare e riordinare le cartoline».
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