Agropoli, operazione «Golden Hand»: sequestrati beni per 15 milioni di euro
| di Luigi MartinoIl Gico (Gruppo di Investigazioni sulla Criminalità Organizzata) del Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Salerno ha dato esecuzione ad una misura di prevenzione patrimoniale emessa dal Tribunale di Salerno su richiesta della locale Procura a conclusione di complessi accertamenti sulla base del nuovo codice Antimafia. In particolare, a seguito di autonoma attività info-investigativa, i finanzieri hanno intrapreso mirate indagini volte ad acquisire notizie utili sul conto di un’organizzazione criminale operante anche in altre zone del sud, centro e nord Italia, «strutturata su base familiare e dedita a furti seriali presso gioiellerie, usure, estorsioni, ricettazioni, truffe ed intestazioni fittizie di beni acquistati con i proventi di tali attività, con conseguente accumulo di ingenti patrimoni ed acquisizione sul territorio di una forza economica che ha consentito agli aderenti all’organizzazione di assumere il controllo di attività economiche nel settore del commercio di autoveicoli, della gestione di bar e centri commerciali». Questo il quadro disegnato dagli inquirenti durante la conferenza stampa.
La famiglia e i componenti Accertata l’effettiva presenza di un nucleo familiare originariamente composto dal capostipite e moglie, M.V e B.A, al quale poi si sono aggiunti successivamente alcuni figli/e, generi, nuore, nipoti per un totale di trentuno soggetti. Queste persone, dapprima residenti all’interno di case di proprietà dell’Iacp nel comune di Agropoli, «nel tempo hanno accumulato ingiustificatamente ingenti ricchezze», rivelano le fiamme gialle.
Specializzati in.. Le indagini, tese ad individuare l’illecito patrimonio accumulato, hanno confermato integralmente quanto già dichiarato da due collaboratori di giustizia, che indicavano il nucleo familiare «come una vera e propria organizzazione ben strutturata dedita alla commissione di furti e rapine in gioiellerie in tutta Italia». I collaboratori riferivano, inoltre, «che l’organizzazione – che si serviva delle donne della famiglia per perpetrare i furti – nel tempo aveva accumulato un ingente patrimonio immobiliare e mobiliare conducendo un elevato tenore di vita».
Il blitz ed i sequestri Al termine delle accurate investigazioni patrimoniali e bancarie svolte dal Gico, il Tribunale di Salerno, su richiesta della Procura della Repubblica di Salerno, ha disposto il sequestro precauzionale di tutti i beni mobili e immobili a loro intestati o riconducibili per un valore totale di circa quindici milioni di euro. Nel sequestrano spiccano auto di lusso, terreni, ville e complessi aziendali.
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