Snoq Vallo di Diano: «Se non è paritaria, non è democrazia»

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Snoq Vallo di Diano: «Se non è paritaria, non è democrazia»

Nel comunicato del 22 febbraio scorso, reso pubblico il giorno successivo alla presentazione della nuova compagine governativa, ‘Se non ora quando’ plaudiva alla nomina delle otto ministre perchè per la prima volta nella storia della Repubblica v’era piena parità di genere all’interno dell’esecutivo a guida di Matteo Renzi. Il comitato ammoniva nel contempo che sarebbero state più che mai attente, intransigenti e pronte a verificare che al di là dei numeri ci fossero migliori politiche per le donne.

«L’attenzione e l’intransigenza – fanno sapere dal comitato – l’abbiamo messa in campo già nei giorni successivi, allorquando la nomina dei  viceministri e sottosegretari ha visto scendere dal cinquanta al ventisette la percentuale della presenza di genere all’interno del consesso governativo. In quella occasione ci siamo prontamente pronunciate così: “Se per Renzi l’attenzione al mondo delle donne si esaurisce con la nomina di 8 ministre, siamo ben lontane da una valutazione positiva di questa compagine governativa. La nostra fiducia non è stata e non sarà mai in bianco. Quindi aspettiamo i fatti”».

«Quelli avvenuti recentemente non ci piacciono e ci riferiamo al parere negativo espresso dalla Commissione e dal Governo sugli emendamenti per migliorare il testo dell’Italicum, che prevedevano il 50 per cento dei capolista donne e l’alternanza di genere nelle liste – continua ‘Se non ora quando’. Su tali emendamenti, firmati  peraltro da deputate di tutti gli schieramenti, deve essere consentita la votazione in aula parlamentare e nella forma palese, perchè risulterebbe incomprensibile compiacersi del titolo di primo governo paritario, quando immediatamente dopo si esprime parere negativo su emendamenti che vanno proprio nella direzione di rendere effettivamente tale la rappresentanza parlamentare.

«Se non ora quando – Vallo di Diano, esprimendo sconcerto per una decisione del genere che renderebbe inalterato l’attuale testo dell’Italicum e conseguentemente peggiorata nel futuro la presenza delle donne in  Parlamento, auspica un doveroso ravvedimento del Governo tutto, che altrimenti poco potrà vantarsi del titolo di paritario. E, a ben rimarcare, neanche di democratico, perchè se non è paritaria non è democrazia». 

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