Adriana Bavaresco a Paestum, tra mito e leggenda alla ricerca della città perduta
| di Biagio CafaroIl 12 Luglio 2014 alle ore 21,00 all’interno del palazzo De Maria sito nella piazzetta paleocristiana a Paestum, sarà inaugurata la mostra personale dell’artista triestina Adriana Bavaresco. In circa venti opere l’artista racconterà il suo viaggio tra miti e leggende, alla ricerca della città perduta. Reduce da una mostra al Carrousel du Louvre a Parigi, la scelta di Paestum non è affatto casuale: la valle dei templi, con i suoi reperti e i suoi segreti, ha infatti da diversi anni ispirato l’universo creativo della Bavaresco. La mostra sarà visibile dalle ore 19,00 alle ore 24,00 fino a sabato 19 Luglio.
Riflessi d’antico a cura di Fabio Astone
Le opere di Adriana Bavaresco, ricche di sfumature e di colore, trasferiscono l’Arte in un contesto che attraversa la materia per raggiungere una dimensione ove il tempo e lo spazio sono in grado di assumere un significato diverso. Questa realtà così concepita appassiona chi, di fronte alle tele, vive le emozioni di un mondo in cui il contesto sembra voler assumere un aspetto che sfugge alle regole di ciò che è noto. Il tratto appassionato e dolce dell’artista accompagna la fantasia, e nei suoi caratteristici scenari naturali diventa possibile intravedere il gioco di correnti che animano immaginari fondali marini. Nello stesso tempo però, quello che poteva essere inteso come un ambiente subacqueo, rivela inaspettatamente una diversa identità, trasformandosi d’incanto in un paesaggio nel quale il vento dona dolcemente forma ai colori, e la vegetazione iridescente vive il palpito cadenzato imposto dalla creatività della pittrice. Che la fonte principale, decisiva di quest’arte sia il mondo antico lo si intuisce sin dal primo incontro con le opere dell’autrice; fregi, rilievi, colonne e vasi dalle forme classiche, si inseriscono mirabilmente in un soffuso contesto fatto di luce tenue e delicati cromatismi. Spiccano, per la loro riconoscibilità, vere opere scultoree d’arte antica; eppure, questi capolavori, che gli scalpellini avevano reso immobili mediante la rigidità della pietra, nelle realizzazioni di Adriana Bavaresco danno l’impressione di uscire dal marmo, di incarnarsi ed animarsi per mezzo di meditate, amorevoli pennellate di luce e colore. In questi dipinti lo sfondo ed il soggetto sembrano fondersi, perdono l’iniziale distinzione tra i rispettivi piani; quel che appare reale rivela inattesi profili metafisici, realizzando infine un unico insieme che sa sfumare, con consumata esperienza, la cromatica narrazione che si sviluppa sulla tela. A volte, insieme agli oggetti antichi, le opere dell’artista sono vivacizzate dalla presenza di personaggi che l’abbigliamento, le acconciature e gli attributi assegnano ad un passato remoto, al tempo epico del mito e degli eroi. L’evidente, profonda spiritualità che anima l’autrice, si concretizza invece in lavori nei quali la Croce rifulge mettendo in ombra i colonnati degli antichi templi pagani. Superare la difficoltà di reinterpretare e proporre argomenti cronologicamente tanto lontani è stata la scelta vincente dell’artista, che ha saputo permeare di appassionate ragioni sentimentali i propri soggetti, facendoli rivivere nel tempo eterno delle tele; per questa pittrice non esiste l’impossibile, soprattutto quando si è sospinti da una grande ispirazione alimentata dalla profonda conoscenza storica che sottintende l’accurata, vivace, suggestiva narrazione dei dipinti. La preparazione tecnica, il gioco di luci e colori, la genialità della narrazione, la lucidità di esecuzione, la cultura classica, la creatività senza confini sono gli aspetti complessivi nei quali eccelle la sua calligrafia pittorica; la spontanea sintesi così realizzata dona alla pittrice un ritmo più vero e personale. Il sottile fascino emanato da quest’arte, oltre ad attrarre il pubblico interessato alla pittura, rivela anche l’invidiabile qualità di entusiasmare chiunque si avvicina a siffatte, singolari opere. Si può tranquillamente concludere che Adriana Bavaresco, con le sue fantastiche creazioni, sia in grado di realizzare quel che è concepibile solo nei sogni; guardando il mondo attraverso il riflesso dei suoi occhi, è possibile rivivere, ancora una volta, l’antico, perduto mondo degli eroi, superato ormai dalla luce della nuova fede.
BIOGRAFIA Adriana Bavaresco è nata a Muggia in provincia di Trieste, dove vive e lavora. Da quasi quarant’anni prende parte alla vita artistica in Italia ed all’estero. Si è perfezionata sotto la guida dei maestri Leo Spaventa Filippi e Giovanni Omiccioli. In Italia ha esposto in varie città e provincie: oltre che a Trieste, a Milano, Venezia, Verona, Vicenza, Lecco, Ferrara, Napoli, Novara, Roma, Paestum, Desenzano del Garda e Padova. All’estero ha esposto diverse volte nelle Gallerie d’arte di Parigi e nel 2008 all’Istituto Oceanografico della stessa città. Oltre che a Parigi ha esposto a Digione, Nizza, Linas-Parigi, Mézières-en-Brenne. Nel 2004, durante il periodo dei giochi olimpici ha esposto ad Atene presso l’Istituto Italiano di Cultura. La stampa greca ha dato molta enfasi alla mostra ed alla fine dell’esposizione è stata fatta un’intervista e pubblicata su un giornale d’opinione. Nel 1978 ebbe l’onore di essere ricevuta da Sua Santità Giovanni Paolo II e di fargli dono di un dipinto rappresentante il Monastero dei Norbertani di Cracovia. Dal 2011 al 2013 l’artista ha esposto al Museo del Louvre durante la rassegna di Arte Contemporanea. Si sono interessati alle sue opere diversi giornali italiani e stranieri tra i quali: Il Sole 24 Ore, Daily News, Daily American, La Gazzetta di Detroit, Yacht Digest, Sub, City Press di Atene, I Avhi, Ethnos, Eleytherotypia, Apoyematini, Greek Broadcasting, Rai-Radiotelevisione-Italiana, La Nouvelle République, Il Piccolo, La Prealpina, La Gazzetta di Ferrara, L’Arena. Le sue opere figurano: Stato Città Del Vaticano, Ministero dell’Interno – Roma, Ministero per Il Commercio Estero-Roma, Ente Eur Garbatella-Roma, Ente Ospedaliero Filippo Del Ponte (Varese).
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