Quella terra chiamata Cilento: echeggiando tra passato e presente (parte IV)
| di Giuseppe ConteArrivano i romani.
Dopo greci, lucani, barbari, uomini, arrivano i romani. Paestum, che di greci fu dominio, poi passò ai lucani e nel 273 a.C. infine ai romani. Le flotte navali pestane divennero “socii” dei romani. Non sorte diversa ebbe la “fu Elea” che con i romani divenne Velia.
Tra il mare e la montagna.
Mentre i romani divennero padroni delle due grandi colonie costiere, allora punto cruciale e dominante per il territorio, l’interno sottostava ancora ai lucani. Poi passò ai longobardi. Una storia carica di eventi, intrinseca di passaggi di genti, ebbe l’Antico Cilento. Guerre e battaglie, pace e spiragli di serenità, si alternavano in un lembo di terra che si protraeva verso il mare. Era come ascoltare l’eco delle onde lontane, che annunciavano l’avvento di nuove persone: saranno barbari o semplici marinai? Pirati o mercanti? Potea questo chiedersi le genti locali.
Cilento terra antica.
Fascino e storia si cela sotto questo nome che secoli ha dovuto attraversare prima di poter sconfinare, ma prima di giungere alla meta, ne ha di storia da raccontare. Castelli, mercati, briganti…
Quella terra chiamata Cilento: echeggiando tra passato e presente (parte I)
Quella terra chiamata Cilento: echeggiando tra passato e presente (parte II)
Quella terra chiamata Cilento: echeggiando tra passato e presente (parte III)
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