Turismo, rapporto Ecotur 2011: numeri amari per il parco del Cilento
| di Marianna ValloneSi è svolto lunedì a Camigliatello Silano un incontro per parlare delle esperienze messe in atto per la valorizzazione e conoscenza dei Parchi per un turismo responsabile. Il presidente nazionale di Federparchi, Giampiero Sammurri, ha presentato, per l’occasione, il nono rapporto Ecotur sul turismo natura.
Nonostante la crisi, il turismo natura, sembra continuare a crescere, anche se forse si potrebbe parlare di stagnazione, dato che le variazioni positive, sia in termini di presenze che di fatturato, non raggiungono il mezzo punto percentuale.
Nel 2010 le presenze nelle strutture ufficiali delle aree protette sono cresciute dello 0,51% , con decremento rispetto all’anno precedente, quando si era registrata un crescita dello 0,79%.
Ancora più decisa la frenata per il fatturato, la cui crescita si attesta allo 0,34%, mentre nel 2009 si era registrato + 1,14%. Da notare, comunque, che il fatturato totale del turismo natura supera i 10 miliardi di euro, somma che gli attribuisce un ruolo ormai fondamentale nell’economia del paese.
I segmenti più rappresentativi del turismo natura sono le aree protette con il 34% seguiti dalla montagna con il 20% e dal turismo rurale del 12 %. Aree e riserve marino rappresentano il 10% mentre nei borghi più belli d’italia si registra il 9%, in calo gli agriturismi e il turismo lacuale rispettivamente l’8% e il 7%.
Per il Parco del Cilento rimane una situazione di profonda stagnazione nello scenario nazionale che non riesce a rientrare neanche nei primi dieci parchi d’italia (al primo posto il parco nazionale di Abruzzo) rappresentando solo il 2,3 % dei parchi richiesti dagli operatori stranieri, nonostante rappresenti il parco più grande d’Italia.
Dati che devono far riflettere sulla tipologia di offerta e sulla gestione della cultura del turismo natura che solo grazie all’immagine (film e tv) o ai riconoscimenti (unesco e bandiere blu), non riesce a superare quei ritardi strutturali di un parco con un grande potenziale ma con scarsa capacità imprenditoriale nel settore del turismo natura.
Molta strada è stata fatta ma molta è da fare, soprattutto nel campo degli operatori turistici che devono adottare una strategia comune, essere uniti e condividere un modello innovativo fatto di qualificazione, formazione e marketing strategico.
©Riproduzione riservata