Sapri: presentazione del libro “I colori dell’Inferno”

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Sapri: presentazione del libro “I colori dell’Inferno”

Il 6 agosto, nella villa comunale di Sapri, l’associazione “Sapri sono anch’io” ha organizzato la presentazione del libro “I colori dell’Inferno” di Antonio del Monaco.                

La serata ha visto presenti tutte le forze dell’ordine, unitamente ad un numerosissimo pubblico, che ha potuto innanzitutto apprezzare gli scopi e le ragioni dell’associazione organizzatrice, attraverso le parole del presidente Pietro Scaldeferri.

A seguire, l’intervento del capitano Emanuele Tamorri, comandante della compagnia carabinieri di Sapri, che dopo aver proposto un esame della situazione territoriale si è soffermato sulla necessità di un’azione concordata e modulata fra i vari attori istituzionali, per promuovere la cultura della prevenzione.

Il capitano ha chiuso il suo intervento con l’appello alla cittadinanza a collaborare nella difesa e tutela della legalità.

Dopo l’intervento di Tamorri, si è passati ad esaminare i contenuti del libro di Antonio del Monaco, attraverso un botta e risposta tra l’autore e il giornalista Salvatore Campitiello, consigliere nazionale dell’ordine dei giornalisti e presidente dell’associazione Campania giornalisti Valle del Sarno, che ha permesso a del Monaco di partire dai personaggi del suo libro per arrivare a denunciare in maniera forte l’indifferenza e la poca attenzione all’educazione per debellare i fenomeni criminali.

Antonio del Monaco, dunque, tra sogno e realtà di questi incontri straordinari del suo libro “I colori dell’Inferno”, incontra le vittime innocenti della camorra:  il rumeno Petru Birlandeandu, ucciso al quartiere Pignasecca di Napoli; la giovane Annalisa Durante, ammazzata sotto casa; il parroco don Peppe Diana di Casal di Principe; il carabiniere Salvatore Nuvoletta, assassinato a Marano; Silvia Ruotolo, barbaramente uccisa al Vomero; Silvia Lamberti, uccisa mentre era con il papà procuratore della Repubblica . 

Queste vittime innocenti della camorra, che l’autore incontra con il suo accompagnatore immaginario Giancarlo Siani, sono monito forte di quella rieducazione che la società deve riavviare per fermare questa caduta negli Inferi.

Non sono mancati gli appelli di Antonio del Monaco ai genitori, affinché riprendano il loro ruolo in maniera forte e sostanziale, senza più voler monetizzare o materializzare l’affetto.

Alla fine del botta e risposta, l’ultima domanda di Salvatore Campitiello mette in condizione l’autore di tirare fuori la vera essenza del suo pensiero, con un appello forte ai giovani per credere in un futuro ed in una società migliore, “perché si può e si deve cambiare”.

Le battute finali, che richiamano le parole di S. Agostino sullo sdegno e il coraggio, vedono Antonio del Monaco chiedere forte il coraggio di dire “io non ho paura” perché non è solo lo sdegno a far nascere una nuova cultura della legalità e della giustizia.

A seguire, l’intervento del giovane prete don Luigi Merola, curatore della prefazione del libro “I colori dell’Inferno”, che partendo dalle parole dell’autore non ha esitato a lanciare una sferzata contro quei sacerdoti che non aprono le porte ai bisogni e all’accoglienza della sofferenza: “la nostra è una missione a servizio di Dio e non un’azienda che chiude le sue porte alle ore 19 di sera”.

La sua conclusione don Luigi Merola, però, la riserva agli insegnanti, che devono riscoprire l’importanza del loro ruolo e della loro missione, perché quando si riesce ad entusiasmare i ragazzi e a farli sentire protagonisti  e attori del proprio futuro, loro sanno ricambiare offrendo quella speranza e quella gioia che è linfa vitale per la legalità.

I proventi della vendita del libro “I colori dell’inferno”, ha tenuto a sottolineare l’autore a chiusura della serata, saranno devoluti interamente all’associazione fondata da don Luigi Merola “A voce de creature” .

La serata è terminata verso le ore 24 con la premiazione, da parte di Salvatore Campitiello, di Enzo Massa e don Luigi Merola, entrambi iscritti all’ordine dei giornalisti: il primo per i suoi quindici anni di attività professionale, brillante sul piano del rispetto della deontologia; il secondo per il suo impegno nel sociale.

 

 

 

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