Spiagge, antimafia: «Fanno gola alla malavita». Governo: «Vendiamole ai privati»
| di Luigi MartinoLa proposta non è nuova, ma viene rilanciata dal governo. L’idea è quella di vendere le spiagge ai privati. Sdemanializzarle è il termine tecnico e vuol dire, appunto, cedere gli arenili a chi già ci lavora, ad esempio ai gestori dei lidi balneari. Per questi ultimi, che da sempre lavorano in spiaggia, sarebbe un modo migliore per tenere lontano le infiltrazioni tentate da chi dispone di grandi capitali e vuole investire sui litorali italiani. Le cinque maggiori associazioni di balneari già hanno stilato un comunicato. Ora tocca allo Stato decidere il futuro dei 7500 chilometri di spiagge dell’Italia.
C’è stato un precedente, però. La proposta di «sdemanializzazione» non è certo inedita: sia pure con qualche variante la ipotizzò nel 2005 l’allora ministro Tremonti formulando concessioni a 90 anni, proposta ripresa poi nel decreto Sviluppo 2011 su cui caddero i rilievi del Capo dello Stato a seguito dei quali la scadenza venne pesantemente ridotta: a 20 anni. Ma ora c’è anche chi, come Edoardo Levantini, del Cordinamento antimafia del litorale laziale, lancia l’allarme criminalità al Corriere della Sera: «Occorre vigilare sul business delle concessioni che fa gola alla malavita organizzata. Lo dimostra l’indagine della squadra mobile di Roma sugli arenili di Ostia: i clan hanno cercato in ogni modo di accaparrarsi i lidi».
Attualmente, ad esempio, funziona in questo modo: gli attuali concessionari pagano per usufruire della spiaggia, una sorta di canone. Sarebbe una specie di affitto annuale che viene versata nelle casse del governo. La proposta dello Stato è quella di vendere le spiagge ai concessionari. Le cifre e le modalità sono ancora da stabilire. L’idea è partita dopo che da Bruxelles la Comunità europea ha chiesto più concorrenza nel settore spiagge alla penisola dello stivale. Per la Ue, però, la soluzione è quella che arriva dai bandi pubblici alla scadenza delle concessioni. Che invece, sinora, vengono rinnovate automaticamente restando nelle stesse mani. Su questo punto l’Italia già si è espressa promettendo che nel 2020 tutto cambierà. In che modo? I «contratti d’affitto» entro quella data dovrebbero decadere man mano tutti quanti e quindi saranno messi all’asta. L’ipotesi ha turbato gli animi dei circa 30mila operatori italiani. Le spiagge sono un giro d’affari annuale di migliaia di milioni di euro.
©
©Riproduzione riservata