Capaccio, il comune chiede nuova vita per il borgo Gromola
| di Rosalia TancrediLa giunta comunale di Capaccio, guidata dal sindaco Voza, ha approvato una delibera con la quale si chiede alla regione Campania di «intimare» ai concessionari dei locali del borgo di Gromola, di cui la regione è proprietaria, la riattivazione dei servizi entro trenta giorni, o di provvedere, a indire una gara pubblica per affidarli al miglior offerente per svolgervi attività commerciali indispensabili alla rinascita del borgo.
La contrada di Gromola, infatti, è tra le contrade di Capaccio a più alta vocazione agricola, ma mentre in passato, soprattutto dopo la riforma fondiaria, Gromola era un borgo vivace e ricco di servizi, con il trascorrere degli anni la situazione è cambiata e la chiusura di molte attività ha fatto perdere alla zona la sua identità.
Dopo le lotte contadine per la terra del novembre del 1949, i terreni di Gromola furono suddivisi in poderi, ciascuno con una propria casa colonica e con i relativi annessi: stalle, depositi e così via. I servizi furono riuniti in un villaggio rurale: il nuovo Borgo Gromola, realizzato dall’O.N.C. sezione speciale per la riforma fondiaria, inaugurato nel 1960.
Qui furono realizzate le scuole, la chiesa di Santa Maria Goretti, l’ufficio postale, che ci sono ancora oggi e altri servizi, che ormai non esistono più. Molti locali risultano ancora assegnati a privati che non vi svolgono più alcuna attività. Rivitalizzare, dunque, il borgo di Gromola e incentivare la sua antica funzione di centro di servizi, questo l’obiettivo della delibera.
«Oggi il Borgo Gromola è un posto di passaggio, ci si va per la messa, per andare all’ufficio postale, ci si va a scuola – afferma il sindaco Italo Voza – Noi vogliamo che torni ad essere anche un centro di aggregazione, come lo era in passato. Ma non sarà possibile se i locali non saranno riaperti e non vi si svolgeranno servizi e attività commerciali che inducano le persone a trattenersi in quel luogo».
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