La Cilentana resterà chiusa anche nell’estate 2015
| di Andrea PassaroPer la prossima estate la Cilentana non riaprirà. Questo perché una volta terminati i lavori, al momento bloccati della prima frana sulla SP 430 c’è da risolvere la seconda frana, che precede la prima. La notizia trapela dall’ufficio tecnico di Palazzo Sant’Agostino al lavoro per avviare i lavori per il ripristino del viadotto Chiusa, parzialmente crollato. La delibera per questo intervento è stata approvata a fine dicembre: bisogna ora attendere che diventi esecutiva. A quel punto il progetto sarà messo a gara, verrà affidato l’appalto, aperto il cantiere e fare i lavori, che dovranno essere completati e rendicontati entro dicembre 2015. Sul bando sarà posta come condizione che la strada possa essere fruibile anche col cantiere aperto, ma i tecnici al momento non sanno ancora se le condizioni del viadotto sono le stesse della scorsa estate quando il suo cedimento determinò la chiusura dell’importante arteria. Il progetto prevede al momento la messa in opera di mezze campate e campate interne con il rifacimento delle pile del viadotto che hanno ceduto. Inoltre sarà operata una sistemazione e limitazione dei problemi del dissesto. Sull’interruzione dei lavori della prima frana da parte dell’impresa che lamenta di aver ricevuto solo parte dei soldi l’ufficio tecnico provinciale spiega che i finanziamenti sebbene europei transitano attraverso la Regione per poi essere erogati. In questo caso la ditta avrebbe ricevuto un’anticipazione: a breve, assicurano, verrà liquidato il resto della cifra a seguito di ulteriore rendicontazione. Per febbraio, in sostanza, i lavori saranno ultimati, assicurano da Palazzo Sant’Agostino. La Cogepo (la società al lavoro sulla prima frana ha sospeso il cantiere da oltre un mese perché non è stata pagata), nella sostanza, sarebbe un’eccezione positiva in quanto ci sono imprese che non aspettano tre mesi ma tempi ben più lunghi per ottenere il dovuto. L’impresa per il primo stato di avanzamento ha avuto 342mila euro – certificano dalla Provincia – manca il restante 25% di quota nazionale che è soggetta al patto di stabilità.
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