Cicerale, incendio Eripress: rischio chiusura dello stabilimento, 4 operai distaccati a Frosinone
| di Lucia CarielloRischio ambientale e tutela della salute pubblica, queste le drammatiche motivazioni all’origine della direttiva emessa dal dipartimento tutela della salute dell’Asl in seguito alla quale i sindaci di Cicerale, Agropoli, Capaccio, Giungano ed Ogliastro hanno emesso un’ordinanza di divieto di consumo ed utilizzo di prodotti agricoli e delle acque fino all’esito degli esami sui campioni prelevati dall’Arpac.
Queste solo alcune delle conseguenze dell’incendio del 4 aprile che ha distrutto l’ Eripress di Cicerale, fabbrica produttrice di stampi in plastica per la Whirlpool.
L’incendio avrebbe sprigionato un denso fumo tossico motivo del provvedimento emesso dall’Asl: “Abbiamo inviato una lettera all’Arpac chiedendo i tempi d’attesa per il risultato delle analisi sui campioni, perchè comprendiamo l’ansia e per quanto possibile stiamo cercando di accellerare – dichiara il direttore Giuseppe Di Fluri – stiamo operando nell’interesse della salute dei cittadini di Cicerale e non solo”.
Ma non si tratta solo di emergenza ambientale, a rendere ancor più critica la situazione è il rischio chiusura che incombe sullo stabilimento; l’azienda, infatti, per scongiurare il ritiro delle commesse da parte della Whirlpool avrebbe distaccato 4 operai nello stabilimento di Frosinone senza contare la possibile chiusura degli allevamenti.
Rosario Rago presidente della Confagricoltura della provincia lancia l’allarme: “Anche se siamo ottimisti sul risultato degli esami grazie anche all’aiuto delle condizioni meteo che hanno dilavato le polveri presenti nell’aria – afferma Rago – siamo preoccupati per i tempi di consegna delle analisi. Non dimentichiamo che fino ai risultati ufficiali, le ordinanze sindacali di divieto permangono con notevoli ripercussioni sulla gestione degli allevamenti”.
I numerosi capi di bestiame presenti, infatti, necessitano di alimenti ed acqua, nei giorni scorsi gli allevatori avrebbero adoperato mangimi sperando in una rapida soluzione: “Nei giorni scorsi avevo già esposto i timori degli allevatori se la tempistica fosse stata lunga – conclude Rago – spaventa molto di più l’attesa senza sapere quando i risultati saranno pronti”.
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