Quando Ulisse passò per il Cilento: intervista a Elena Scuotto
| di Lucia CarielloElena Scuotto, docente di Letteratura latina presso l’Università “Federico II” di Napoli, con una nuova interessante teoria sul lungo peregrinare del mitico eroe Odisseo/Ulisse propone un’attenta analisi del suo viaggio successivo alla caduta di Troia e affronta con dovizia di dettagli le numerose tappe ed imprese da lui compiute.
L’abbiamo intervistata.
D: Il viaggio di Ulisse è anche una ricerca tra mito e archeologia: secondo lei la sua nave è finalmente approdata?
R: No, non credo. Muoversi tra mito e ricerca archeologica è operazione molto complessa. In campo archeologico credo ci sia ancora molto da fare, da ricercare, da valorizzare, soprattutto nelle nostre zone: Il nostro patrimonio archeologico opportunamente connesso e legato al mito potrebbe produrre anche un ritorno consistente per la nostra Campania non solo economico ma anche occupazionale.
D: Lei colloca alcune tappe del viaggio di Odisseo/Ulisse sulle coste campano–cilentane: forse una velata critica all’opera di Felice Vinci?
R: Non condivido l’accanito tentativo di Vinci di spogliare il Mediterraneo del suo più grande navigatore, il più grande di tutti i tempi, anche se come si sa le leggende dei paesi nordici si confondono e sono simili e molto alle nostre come è chiarito nella prefazione a penna di Roberto Romano. Secondo me vanno rispettate le tradizioni nostre locali che sono plurisecolari e magari concorrere a rivalorizzarle piuttosto che a misconoscerle.
D: Ma passiamo al mito delle sirene. Nella tradizione greca sono rappresentate come esseri metà donna metà uccello ed i reperti archeologici ci forniscono un vasto repertorio di tali raffigurazioni. Un chiaro riferimento, forse, anche al mito delle arpie che con il loro canto attiravano i marinai facendoli naufragare sugli scogli?
R: Come ho cercato di chiarire nel 4 capitolo il mito delle sirene è molto lungo e complesso, si perde nella notte dei tempi e non appartiene esclusivamente alla nostra cultura: Arpie e Sirene nelle fonti antiche si confondono si sovrappongono, salvo poi per le Sirene a divenire quei personaggi incantevoli che, confondendosi anche con le tradizioni nordiche, hanno sempre stimolato la fantasia soprattutto dei bambini. Prima questi esseri, arpie e sirene come si volessero chiamare, di bello avevano solo la voce melodiosa, che in realtà doveva essere per le sirene arpie la voce dello stesso mare.
D: Esiste allora una corrispondenza fra i due miti?
R: Nelle fonti greche e latine i miti si confondono e si sovrappongono.
D: Lei dà ampio spazio al passaggio di Odisseo/Ulisse nel Cilento, in particolare mi ha colpito la sorte della sirena Leucosia, simbolo salvifico ma anche di immortale trasmigrazione. Rivive silenziosa in quello scoglio antistante Poseidonia dal quale tutto osserva, un po’ come il nostro Cilento. Ma al pari della mitica incantatrice saprà rinnovarsi?
R: Se parla del Cilento lo spero proprio. Le sue possibilità paesaggistiche di cultura di tradizioni io credo debbano essere valorizzate con una politica attenta da parte delle istituzioni; non vedo cosa il Cilento abbia di meno di tante località turistiche ampiamente e intelligentemente sfruttate. Il Cilento ha il mare, le spiagge, il clima, le tradizioni locali, la cultura, l’archeologia. Non manca niente per un rinascita a tutto campo, magari con l’aiuto di Ulisse e della Sirena salvifica.
D: Il ritorno di Odisseo/Ulisse rappresenta il nostos (ritorni) per eccellenza, ma forse per noi contemporanei rappresenta quella voglia di evadere, di conoscere, di sfidare quell’ignoto, quel qualcosa vicino o lontano che ci attrae verso la nostra “Itaca”, la nostra meta, il nostro desiderio: condivide questo mio pensiero?
R: Ulisse incarna ancora il nostro bisogno di evadare, di conoscere che ai nostri tempi è ancora più forte e sentito particolarmente nelle nuove e nuovissime generazioni, in giro per il mondo spinte dal solo desiderio di nuove conoscenze, nuove esperienze, soprattutto diverse e particolari: i nostri giovani, per non dire i giovanissimi, sono, potremmo affermare, tutti dei novelli Ulisse.
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