Scuola, un istituto di Vallo della Lucania rischia la chiusura
| di RedazioneRischia di chiudere il centro territoriale permanente per l’educazione degli adulti nella scuola secondaria di primo grado Torre-De Mattia a Vallo della Lucania. Il grido d’allarme viene lanciato dal sindaco di Castelnuovo Cilento Eros Lamaida che scrive: «C’è il rischio, molto serio, di perdere, se non è già troppo tardi, il centro territoriale permanente per l’educazione degli adulti, Ctp, ubicato presso la scuola secondaria di primo grado, Torre/De Mattia di Vallo della Lucania. Nel frattempo – continua il primo cittadino – che i Ctp diventino Cpia, cioè centri territoriali per l’Istruzione degli adulti e, quindi, scuole con una loro maggiore autonomia e dignità, è in atto, in tutte le Regioni e naturalmente anche nella nostra, un progetto di razionalizzazione e ridistribuzione di queste scuole per adulti e, aggiungo, per stranieri, in tutto il nostro territorio».
«Sembra – aggiunge Lamaida – che questa nuova distribuzione preveda, verosimilmente, diversi Cpia a Napoli, due Cpia a Caserta, uno ad Avellino, uno a Benevento, e, dulcis in fundo, un solo Cpia per tutta la provincia di Salerno localizzato, probabilmente, presso la Scuola Secondaria di primo grado Monterisi di Salerno. Il Ctp di Vallo della Lucania, il prossimo Cpia, in pratica, scomparirebbe. Nel nulla. I danni per il nostro territorio sarebbero importanti – precisa il sindaco di Castelnuovo – per non dire notevoli. Andrebbe vanificato, perso, tutto il lavoro prezioso fatto per combattere l’analfabetismo di ritorno, presente da noi come in tutta Italia, per l’istruzione dell’inglese, dell’ informatica agli anziani, agli stranieri e a tutti coloro che versano in condizione di difficoltà e di fragilità. Se non vogliamo arretrare, irrimediabilmente, dal punto di vista culturale, sociale ed economico – conclude – se non vogliamo fare passi giganteschi indietro e perdere in civiltà, dobbiamo fare di tutto per salvare il Ctp di Vallo della Lucania. Saremmo finiti se all’isolamento infrastrutturale che stiamo vivendo, si aggiungesse anche l’isolamento culturale e sociale. La nostra terra diventerebbe più povera, più isolata, più cattiva. La nostra terra diventerebbe “terra di nessuno».
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