Lotta al gioco d’azzardo, associazione ‘Il Dado’: «La moderna schiavitù»
| di Biagio CafaroIl gioco d’azzardo sta diventando uno dei paradossi della moderna società italiana, quella meridionale in particolare. In 6 anni l’industria del gioco è passata da poco più di 20 a oltre 80 miliardi di fatturato, mentre il Pil (Prodotto interno lordo) perdeva 8 punti di percentuale.
L’associazione ‘Il Dado’ è attiva da anni sul terreno della denuncia e della prevenzione del gioco d’azzardo ed è stata protagonista di un approfondito incontro con il vescovo di Teggiano, mons. De Luca che ha ricevuto tra il presidente dell’associazione ‘Il Dado’, Riccardo Vizzino.
«Ci si trova di fronte a persone che ‘vivono senza speranza, e sono immerse in una profonda tristezza da cui cercano di uscire credendo di trovare la felicità nel gioco d’azzardo’» Dichiara Vizzino richiamando l’intervento di Papa Francesco del giugno 2013.
«Si cade in una vera e propria forma di moderna schiavitù che rischia di portare alla distruzione della famiglia e che investe sempre più i giovani. Tutto questo, molto spesso, avviene nell’ambiguità e nell’inadeguatezza delle istituzioni pubbliche di fronte alle speculazioni di pochissimi che si arricchiscono sull’impoverimento di vasti tessuti di popolazione».
Da qui la rinnovata sollecitazione del Vescovo ad avviare un percorso insieme all’associazione ‘Il Dado’ che porti soprattutto ad una maggiore sensibilizzazione dei giovani.
Nei prossimi giorni a cura dell’associazione il ‘Il Dado’ e degli uffici della diocesi di Teggiano Policasto verrà organizzato un incontro rivolto ad educatori come catechisti, insegnanti, genitori e anche giovani per illustrare i rischi del gioco di azzardo e riflettere sull’urgenza di una nuove linee di azione educativa.
«Si deve pensare ad un programma d’iniziative e di attività che rimettendo al centro la persona ed i suoi bisogni, la bellezza della natura, la riscoperta dell’arte e della musica, lo sport come sano impegno agonistico, etc, faccia da seria e moderna prevenzione tra i ragazzi».
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