Truffa alla Regione, indagati 3 sindaci del Cilento
| di Luigi MartinoNuovo scandalo giudiziario nel Cilento. I carabinieri della stazione di Pollica, dopo diversi mesi di indagini, avrebbero scoperto una presunta truffa alla Regione Campania perpetrata nel tempo da tre sindaci del Cilento che all’epoca dei fatti, dal 2010 al 2012, facevano parte dell’Unione dei Comuni Velini. Questa unione, obbligatoria per i paesi con un ristretto numero di abitanti, fu fortemente voluta, nel 2009, dai sindaci di San Mauro Cilento, Casal Velino e dall’allora sindaco di Pollica Angelo Vassallo, ucciso il 5 settembre dell’anno successivo.
Le indagini I militari della stazione di Pollica sono stati fondamentali in fase di indagine grazie anche all’aiuto dell’ufficio di ragioneria di uno dei tre enti finiti sotto la lente di ingrandimento della procura. Gli inquirenti sono riusciti a ricostruire le delibere dell’Unione dei Comuni e i contributi che la Regione avrebbe versato. Sulle scrivanie di chi ha indagato montagne di carte e documenti, spulciati uno per uno per riuscire a capire come mai uno dei tre palazzi di città gestiva da solo i soldi inviati dalla Regione Campania senza trasferire nulla nelle casse dell’Unione dei Comuni. Tante carte sono ancora al vaglio di chi indaga, ma gli avvisi di garanzia, intanto, sono stati già notificati al sindaco di Pollica, Stefano Pisani, al sindaco di Casal Velino, Domenico Giordano, e all’ex primo cittadino di San Mauro, Giuseppe Cilento.
Il presunto raggiro All’epoca dei fatti Giordano era il presidente dell’Unione dei Comuni Velini e Giuseppe Cilento con il sindaco di Pollica ricoprivano il ruolo di componenti della giunta. Secondo chi indaga tutti e tre erano a conoscenza di aver deliberato falsamente la gestione associata di alcuni servizi al fine di ottenere l’erogazione di contributi regionali a favore dell’associazionismo comunale. Il lavoro dei carabinieri è stato affiancato da quello del procuratore di Vallo della Lucania Giancarlo Grippo e del sostituto Valeria Palmieri. Gli inquirenti avrebbero scoperto numerosi servizi pubblici che, nonostante i contributi della Regione, non venivano svolti in forma associata: servizio di Polizia municipale, polo catastale, trasporto scolastico, gestione del patrimonio immobiliare e statistica.
Verso l’udienza I politici cilentani ora sono accusati di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici in concorso e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Hanno sessante giorni di tempo per presentare memorie difensive e chiarire la propria posizione, dopodichè si andrà all’udienza preliminare dove il gup del tribunale di Vallo della Lucania deciderà se rinviare a giudizio oppure no le persone indagate.
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