Casal Velino: giornata nazionale del braille presso la sede dell’Unione Ciechi

| di
Casal Velino: giornata nazionale del braille presso la sede dell’Unione Ciechi

In occasione della giornata nazionale del braille, che si celebra annualmente il 21 febbraio, quale momento di sensibilizzazione dell’opinione pubblica nei confronti delle persone non vedenti, la sede dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Casal Velino organizza una serie di iniziative volte a sottolineare l’importanza del sistema braille nella vita delle persone non vedenti.

Il professore Pasquale Mondelli, rappresentante di zona dell’Unione Ciechi e direttore della sede di Casal Velino, risponde gentilmente ad alcune domande, mosso dall’intento di presentare una realtà diversa e sconosciuta ai più.

Professore Mondelli, in che cosa consiste la giornata nazionale del braille?

La giornata nazionale del braille ricorre ogni anno il 21 febbraio per ricordare l’importanza del sistema braille nella vita delle persone non vedenti. Il braille è, appunto, un sistema di scrittura e di lettura a rilievo per non vedenti ed ipovedenti, consistente in una serie di simboli formati da un massimo di sei punti, impressi con un punteruolo su fogli di carta spessa.

La giornata nazionale del braille si svolge in coincidenza con la giornata mondiale della difesa dell’identità linguistica promossa dall’Unesco: il sistema braille consente, infatti, ai non vedenti di accedere al patrimonio culturale scritto dell’umanità.

Tale ricorrenza intende sviluppare politiche pubbliche e comportamenti privati che allarghino le possibilità di reale inclusione sociale e di accesso alla cultura e all’informazione per tutti coloro che soffrono di minorazioni visive.

La sede dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Casal Velino promuove delle iniziative di sensibilizzazione e solidarietà in occasione della giornata nazionale del braille?

Certo, anche la rappresentanza di Casal Velino cercherà, nel suo piccolo, di contribuire alla diffusione del sistema braille promuovendo, nel corso dell’intera settimana, una serie di incontri di formazione a tema presso alcuni istituti scolastici del territorio.

In particolare, il 15 febbraio, alle ore 9.30, si terrà un seminario sul metodo braille presso la scuola media di Roscigno. Nella stessa mattina del 15 febbraio, alle 11.30, ci sposteremo nella scuola media di Sant’Angelo a Fasanella. Il 18 febbraio, invece, verranno coinvolti nella campagna di sensibilizzazione gli studenti del liceo “Parmenide” di Vallo della Lucania. Sempre il 18 febbraio, dalle 16.00 alle 18.00, presso la sede dell’Unione Ciechi di Casal Velino, inizierà il corso di I livello di scrittura e lettura del sistema braille, giunto ormai alla sua sesta edizione. La rappresentanza di Casal Velino, infatti, è una delle sedi operative ed amministrative del centro regionale trascrizione braille uici per la Campania: nel corso di cinque anni sono state svolte 180 ore di corsi di formazione per insegnanti di sostegno, operatori sociali e semplici interessati. Il corso, che si tiene ogni anno di questi periodi, ha visto la partecipazione di molte persone provenienti non solo dai comuni del circondario, ma anche da zone più lontane, come Castel San Lorenzo, Battipaglia, San Cipriano Picentino, Sapri, Rofrano.

Quindi, la sede dell’Unione Ciechi di Casal Velino è ben percepita nel contesto territoriale di riferimento?

Quello che mi dispiace, a dire la verità, è che l’importanza di avere una rappresentanza dell’Unione Ciechi nel territorio non è compresa proprio dagli stessi abitanti del comune di Casal Velino, che non conoscono affatto questa realtà e non si rendono conto di quanto essa rappresenti uno strumento prezioso di riferimento e di supporto per tutte le persone non vedenti, tra cui anche alcuni bambini e ragazzi nella zona. Chi non è mai entrato in diretto contatto con la vita di una persona non vedente, non può percepire lo stato d’animo di questa stessa persona o non può capire che cosa significhi perdere la vista ad una certa età.

Sebbene viviamo ina una società molto evoluta tecnologicamente e socialmente, esistono ancora molti pregiudizi sulle persone non vedenti, che invece possono diventare autonome ed autosufficienti e vivere una vita dignitosa al pari di tutti gli altri. Una persona non vedente può giocare a carte, può fare sport, può giocare a pallone, può svolgere tutte le attività che normalmente, nella vita di tutti i giorni, svolgono le persone che non soffrono di minorazioni visive.

Per quanto riguarda il rapporto dell’Unione Ciechi con il Comune di Casal Velino, sebbene questa realtà venga percepita soprattutto dai non residenti, voglio precisare che nell’anno 2010 la pro loco del paese è stata l’unica pro loco della zona ad avere il programma dell’estate casalvelinese trascritto completamente in braille. Inoltre, negli anni passati, anche gli orari del Metrò del Mare sono stati trascritti in braille e molte strutture ricettive di Marina di Casal Velino si sono fatti trascrivere in braille i loro bigliettini da visita. Ho addirittura trascritto in braille un mazzo di carte napoletane e attualmente sto cercando di trascrivere anche un mazzo di carte francesi. Purtroppo, però, da circa un anno e mezzo la sede di Casal Velino dell’Unione Ciechi non ha più neppure il servizio civile, che per noi rappresentava un valido sostegno.

Mi può esporre, brevemente, il significato dell’Unione Ciechi a Casal Velino, in modo da rendere partecipi di questa realtà anche tutti coloro che non conoscono le sue attività?

La sede dell’Unione Ciechi di Casal Velino, così come le altre sedi della regione, risponde alla specifica esigenza di portare l’Unione Ciechi ai ciechi, cioè essere sempre più vicini alle persone non-vedenti e ipovedenti attraverso la formazione e l’assistenza di quest’ultime, in particolare dei bambini, facendo capire a queste persone, ma anche alla popolazione tutta, che un non vedente può vivere una vita “normale”, nel rispetto della propria dignità di essere umano, e che si possono promuovere forme di inclusione sociale valide e decorose.

Ma la teoria non serve a niente, ci vuole la pratica per far capire certe cose… E la rappresentanza di zona di Casal Velino, nel pratico, offre una serie di servizi di assistenza alle persone non vedenti, ponendosi come un punto di riferimento: servizi di segretariato sociale, come il disbrigo di pratiche di pensione, di indennità di accompagnamento e di agevolazione fiscale; servizi di consulenza oculistica gratuita, di consulenza fiscale e previdenziale e di consulenza legale; servizi culturali ed assistenziali.

A tal proposito, colgo l’occasione per sottolineare le forti difficoltà economiche in cui ci troviamo ad operare e l’importanza di donare il cinque per mille all’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. Non sempre, infatti, i familiari di persone non-vedenti dispongono di risorse adeguate per la formazione, l’istruzione e l’assistenza dei propri cari. Ci sono tante spese a cui far fronte e c’è assoluto bisogno di finanziamenti per sostenere le persone non-vedenti, specialmente i bambini, e permettere a quest’ultime di vivere una vita degna di essere vissuta!

Vuole lanciare un messaggio a chi sta leggendo quest’intervista?

Una persona non-vedente è spesso considerata una nullità, una persona da evitare o da compatire. Voglio lanciare un messaggio positivo a tutte le persone vedenti che hanno forti pregiudizi nei confronti dei ciechi e, nel contempo, voglio rivolgermi a tutte quelle persone non-vedenti che si sentono vittime del proprio handicap: una persona non-vedente vive con delle limitazioni, è chiaro… Ma, il più delle volte, queste limitazioni sono quelle che la gente ci attribuisce e possono essere superate! Le persone non-vedenti, così come tutte le persone diversamente abili, non vogliono il pietismo e la commiserazione della gente, non cercano privilegi camuffati da diritti, ma diritti veri e propri, che spettano per costituzione! Noi vogliamo soltanto vivere la vita con quella dignità e quella personalità con cui ogni vita merita di essere vissuta!

Il professore Pasquale conclude l’intervista citando lo slogan-manifesto ideato dal fotografo Oliviero Toscani per il novantesimo anniversario dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti: “Io non ti vedo. Ma tu mi vedi?”… Una domanda volutamente provocatoria, rivolta a tutti i cittadini, per invitarli ad una profonda riflessione sui comportamenti individuali e collettivi di una società poco attenta ai bisogni dei più deboli, una società che ha gli occhi per vedere ma che in realtà non vede, distratta da tanti stimoli che la portano lontano dai problemi quotidiani del diversamente abile e, in questo specifico caso, della persona non vedente o ipovedente.                                                 

©

Consigliati per te

©Riproduzione riservata