Vallo della Lucania, abusò della figlia minorenne: arrestato sottoufficiale
| di Luigi MartinoIl racconto è raccapricciante: degrado familiare e abusi fra le pareti domestiche, proprio lì dove i bambini dovrebbero sentirsi coccolati e protetti. La vittima all’epoca dei fatti aveva appena 13 anni, si tratta della primogenita del sottoufficiale in servizio nell’alto Cilento. I fatti ricostruiti da chi ha indagato sul caso, sono pressapoco i seguenti: pare che l’uomo all’inizio avvicinava la figlia con gentilezza senza destare minimo sospetto, più avanti il militare insisteva cominciando ad ammorbare la ragazzina, fino a condurla all’interno di un labirinto senza via d’uscita. Una matassa orrenda, difficile da immaginare.
Gli intrecci e le vicende risalgono a circa 10 anni fa, ma sono stati scoperti poco tempo fa grazie ad un colloquio casuale tenutosi con la ragazzina da un commissario della polizia di Napoli in questura. Tutto strano, tutto casuale: la vittima accompagnò per caso un’amichetta a ritirare dei documenti, quando scoppiò improvvisamente a piangere, destando curiosità fra gli agenti della polizia. A quel punto scatta una molla all’interno della ragazzina che la porta a narrare tutti i fatti. Boccone difficile da ingoiare e in questo caso ancora più complicato da rigurgitare. I documenti furono sbattuti in poco tempo sul tavolo dell’allora sostituto procuratore di Vallo della Lucania, Katia Cardillo, che avviò le indagini per scoprire meglio i passaggi di questa aggrovigliata vicenda. Si venne a scoprire ben presto che il militare insospettabile fino ad allora, con una condotta esemplare, arruolatosi dopo aver compiuto la maggiore età, era quell’«orco cattivo» descritto in questura dalla piccola indifesa.
Dopo varie testimonianze e la raccolta di quanti più documenti possibili, è stato possibile avviare il processo, lungo e complesso, dove qualche giorno fa ha portato la sentenza di primo grado: otto anni di galera per il militare con l’accusa grave di violenza sessuale. Il pm ne aveva richiesti sei, molto probabilmente perchè l’uomo si è dichiarato sempre estraneo ai fatti raccontati dalla figlia, ma il giudice ha deciso per due anni in più.
Storie di quelle che vorremmo vedere solo nei film con il famoso bollino rosso, racconti atroci che entrano nell’animo della gente. Il Tribunale di Vallo della Lucania non è la prima volta che viene messo di fronte a fatti del genere: gli inquirenti, qualche tempo fa, dovettero smascherare un ragazzo di origini rumene che drogava e violentava una sua connazionale minorenne a Marina di Camerota.
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