Maltempo, la Campania sotto la furia di Medea: ecco i danni nel Cilento
| di Marianna ValloneL’intero Stivale è sotto la furia di “Medea”, la perturbazione di origine atlantica che ha messo in ginocchio buona parte della Penisola con danni evidenti soprattutto in Campania. Un violento nubifragio ha causato la sospensione della circolazione dei treni Regionali sulla linea costiera Napoli – Salerno nella mattinata di giovedì. Coinvolti anche dei treni Regionali diretti nel Cilento che hanno registrato ritardi medi di circa un’ora.
Maltempo furioso, dunque, anche nella sub regione cilentana. Tra i danni maggiori registrati nelle ultime ore la chiusura dell’arteria stradale che collega Marina di Camerota e Palinuro al Cilento. La strada mingardina, infatti, è stata definitivamente chiusa nella tarda serata di giovedì dopo la caduta di un masso lungo la strada che ha causato il panico tra i passeggeri di un’automobile di passaggio nella zona.
Mentre a Castellabate, precisamente a San Marco, un pino è caduto sulla strada “via del mare” occupando l’intera carreggiata e rallentando la circolazione che pare sia stata ripristinata pochi minuti dopo l’accaduto. E anche a Ceraso una colata di fango e terra ha invaso la strada sulla sp 269 tra Ceraso e la frazione Santa barbara. A Morigerati, invece, con le piogge dei giorni scorsi un costone di oltre 10mq si è staccato dalla roccia, in prossimità di un fabbricato, rovinando improvvisamente su un terreno privato e portando con sè alberi e sterpaglie.
«Gli eventi principali hanno colpito la penisola e i monti Lattari; altri la zona di Battipaglia. Per ora si va attenuando e nel Cilento dovrebbe migliorare – ha dichiarato il geologo Franco Ortolani al Giornale del Cilento – ma le zone più esposte ai fenomeni brevi e intensi sono quelle alla base dei rilievi che da Sapri arrivano a Capaccio».
L’esperto, con degli studi elaborati il 20 agosto, aveva già previsto quanto è accaduto giovedì a Castellammare di Stabia, nel napoletano. «I sindaci – scrive Ortolani nella sua relazione – sono i responsabili di eventuali problemi che riguardino la sicurezza dell’ambiente e dei cittadini. Ciò comporta che i sindaci devono avere a disposizione una struttura con persone addestrate e una organizzazione tale da monitorare il territorio e individuare prontamente il sopraggiungere di eventuali fenomeni idrogeologici. Ciò comporta che i sindaci devono disporre di un dettagliato piano di protezione civile che consenta loro di organizzare la migliore difesa dei cittadini italiani e stranieri. Devono avere provveduto ad individuare e delimitare i versanti che eventualmente sono
stati percorsi dal fuoco e che potrebbero alimentare flussi detritici se il bacino idrografico viene investito da piogge eccezionali come quelle che si verificarono a San Gregorio Magno nell’autunno scorso e ad Atrani nel settembre dell’anno prima. Dovrebbero disporre di un sistema di monitoraggio meteo ed idrogeologico in grado di individuare fin dall’inizio un evento piovoso eccezionale connesso al transito di cumulo nembi e non aspettare l’arrivo delle onde di piena o dei flussi detritici. Dovrebbero avere a disposizione un “Sistema di Allarme Idrogeologico Immediato” come abbiamo proposto lo scorso anno dopo i disastrosi fenomeni verificatisi nell’autunno dalle
Cinque Terre, a Genova al messinese tirrenico passando per San Gregorio Magno. Un sistema semplice del costo di circa 10.000 euro per piccolo bacino idrografico, come si può leggere in vari articoli dello scrivente reperibili in rete. Purtroppo oggi i cittadini devono ancora continuare a pensare: “Io, speriamo che me la cavo”. Questa volta a Castellammare di Stabia è andata bene. Stare meglio e più sicuri si può con poca spesa».
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ECCO GLI STUDI DI ORTOLANI SU CASTELLAMMARE DI STABIA
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