Piano di Zona: tirocini di inclusione sociale, 42 i nuovi destinatari
| di Maria Emilia CobucciSono 42 i nuovi destinatari dell’avviso pubblico indetto dal piano di Zona ambito S/9 a favore dei quali saranno attivati tirocini di inclusione sociale nell’ambito di attuazione del piano locale povertà – anno 2020. Una misura destinata a tutti i percettori del reddito di cittadinanza e loro familiari. Un programma già ampiamente collaudato dal piano di Zona S9, diretto dalla coordinatrice Gianfranca di Luca, che nei mesi scorsi non solo ha inserito nel mondo del lavoro, per quattro mesi, 115 persone ma ha permesso a tutti coloro che hanno preso parte ai tirocini di apprendere nozioni utili per ampliare le conoscenze lavorative in vista di un futuro impiego. “Il reddito di cittadinanza è una misura di politica attiva del lavoro, non nasce come mero contributo assistenziale – ha dichiarato la coordinatrice Di Luca – E il Piano di Zona, tramite l’ assegnazione della quota del Fondo Povertà, deve programmare interventi e servizi destinati ai percettori del reddito, così da poter agire su tutte quelle condizioni di bisogno che interessano questi nuclei familiari”. E sulla valenza e l’importanza dei tirocini è stata molto chiara.
“I tirocini di inclusione sono una occasione per potersi reinserire nel mercato del lavoro, acquisendo o aumentando anche le proprie competenze – ha aggiunto – E con la riapertura della manifestazione di interesse rivolta soprattutto alle imprese del territorio, si auspica che questi tirocini possano essere una sorta di trampolino, un modo per farsi conoscere, apprezzare e perché no, imparare. Con questo, invito le imprese del territorio ad inserirsi all’Albo dei Soggetti ospitanti, così da creare una occasione per fare incontrare la domanda con l’ offerta. Sappiamo perfettamente quanto sia difficile trovare un lavoro che possa avere tutte le accezioni di questa parola, sappiamo anche quanto lungamente si è discusso e si discute ancora del reddito di cittadinanza, ma posso solo asserire che chi fa fatica ancora oggi a trovare una propria collocazione, porta con sé un bagaglio fatto a volte di esperienze dolorose e non sempre facili da risolvere, che non possono essere giudicate. L’ impegno da parte nostra è di programmare queste risorse – ha infine concluso la coordinatrice – offrendo interventi e servizi che possano aiutare attivamente. Per questo motivo non è consentito partecipare a più avvisi in maniera continuativa, affinché non si crei quel circolo vizioso dove a beneficiarne siano sempre gli stessi. I tirocini di inclusione servono, se fatti funzionare correttamente”.
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