Linea ferroviaria Sicignano Lagonegro, incontro a Roma: «Inspiegabili le cifre della Campania»
| di Biagio CafaroSicignano Lagonegro, incontro a Roma: «Inspiegabili le cifre della regione Campania»
L’incontro. Il 12 Aprile 2013 a Roma si è tenuto l’incontro decisivo per la risoluzione della vicenda, ormai decennale della linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro. I rappresentanti del territorio hanno incontrato l’amministratore delegato del gruppo Ferrovie dello stato italiane, Mauro Moretti, che ha ridato vita alla linea ferrata Sicignano Lagonegro che è stata cancellata dalla carta geografica, riportante la rete ferroviaria italiana, appesa nella sala dove è avvenuto l’incontro. L’impegno dell’ad Moretti a presentare, entro un mese e a costo zero, uno studio per la riapertura al traffico.
Lo sperpero di soldi pubblici. Una storia lunga 14 anni, iniziata nel Febbraio 1999 quando uno studio tecnico- economico delle Ferrovie dello Stato, costato 5 miliardi di vecchie lire, indicò in circa 60 miliardi di lire il costo della riapertura linea da Sicignano a Casalbuono ed altri 40 miliardi di lire il costo della riapertura da Casalbuono a Lagonegro. Successivamente è venuto alla luce, nel 2007, l’inspiegabile studio di fattibilità, commissionato dalla Regione Campania alla società privata Net Engeneering, costato 180 mila euro, in cui il costo della riapertura fino a Lagonegro è indicato in 400 milioni di Euro, vale a dire circa 800 miliardi di vecchie lire a fronte dei 100 miliardi di lire previsti da Fs 14 anni fa.
Il Codacons. Il responsabile del settore trasporti del Condacons del Vallo del Diano non ci sta: «Il fatto grave è che questo studio di fattibilità, fatto da tarzi, è stato difeso a spada tratta dall’assessore regionale ai Trasporti, Sergio Vetrella, nel corso di un incontro pubblico tenutosi pochi giorni fa a Padula, con la presenza dei gestori di autolinee della zona del Vallo di Diano. Il direttore generale dell’Acam, Sergio Negro, anch’egli presente all’incontro di Padula, ha affermato che una riapertura al traffico ferroviario non troverebbe alcuna giustificazione economica “nemmeno se tutti gli abitanti del Vallo di Diano usassero il treno al posto delle automobili e degli autobus per recarsi a Salerno”».
Il presidente vicario del Parlamento europeo, Gianni Pittella, presente all’incontro romano, ha assicurato il sostegno della regione Basilicata per la riapertura della linea. «Adesso tocca alla Regione Campania – conclude Panetta – che deve, finalmente, riconoscere che il diritto alla mobilità dei cittadini del Vallo di Diano, al pari di quelli del Lagonegrese, Tale diritto non può soccombere di fronte agli interessi di privati».
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