San Giovanni a Piro: sequestro di una lottizzazione abusiva, indagati il Tecnico comunale e i committenti
| di Federico MartinoErano iniziate da diversi mesi le indagini condotte dal corpo Forestale dei comandi Stazione di San Giovanni a Piro e Teggiano sui lavori di costruzione di quattro fabbricati su una superfice di circa due ettari in località Frascelle della frazione Bosco nel Comune di San Giovanni a Piro. L’ennesimo saccheggio del territorio questa volta si presentava con le carte in regola, con tanto di atti autorizzativi che, ad un poco attento controllo avrebbe consentito la realizzazione di un impianto produttivo destinato a struttura ricettiva extralberghiera. Ma ad insospettire gli uomini del corpo Forestale dello Stato del coordinamento Territoriale per l’Ambiente di Vallo della Lucania, diretti negli scrupolosi accertamenti dal vice questore Fernando Sileo, è stato l’abnorme sviluppo volumetrico degli edifici realizzati sulla superfice disponibile, che in base all’indice di edificabilità consentita avrebbe potuto al massimo sviluppare una volumetria di 673 mc.
Con tale limite di cubatura si sarebbe potuto realizzare soltanto uno dei quattro fabbricati sequestrati, mentre non potevano essere realizzati gli altri tre corpi di fabbrica; pertanto, a prescindere dal rispetto di altri parametri urbanistici, quali il rapporto di copertura e l’altezza massima dei fabbricati, l’intervento posto in essere viola le norme urbanistiche statali e regionali per quanto attiene la volumetria costruita che non poteva essere nè autorizzata né costruita. Con tale quadro di accertata illegittimità, a coronamento del paziente lavoro investigativo condotto dal corpo Forestale dello Stato, l’autorità Giudiziaria presso il Tribunale di Vallo della Lucania ha emesso il decreto di sequestro preventivo degli immobili in fase di costruzione e contestuale avviso di Garanzia nei confronti di S.D. di San Giovanni a Piro quale committente delle opere, di C.A. di Sapri quale Direttore dei Lavori, di M.S. di San Giovanni a Piro quale legale rappresentante della ditta esecutrice dei lavori e, infine, di L.R. quale responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale che con le errate valutazioni degli indici di edificabilità avrebbe indotto nelle consegunti illegittime valutazioni gli altri Enti coinvolti nel processo autorizzativo così viziato alla fonte.
Suscita rammarico accertare che la disapplicazione della disciplina urbanistica unitamente a scarsa trasparenza nell’operato di chi dovrebbe tutelare l’integrità del territorio inducano al sospetto di una effettiva convergenza di interessi dei pubblici amministratori tesa più ad assecondare l’interesse dei singoli che al perseguimento del bene comune.
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