Dieta mediterranea. Il nutrizionista Vacca: “Non esiste più!”
| di Biagio Cafaro“La dieta mediterranea non esiste più!”. È quanto ha dichiarato la scorsa settimana a Castellabate il nutrizionista Antonio Vacca durante il dibattito “Benvenuti a tavola: dal nord al sud gli italiani uniti nel gusto”.
La tesi del nutrizionista parte da alcuni dati scientifici. “Dai dati che raccolgo a proposito di obesità la Campania è tra le prime regioni in Italia”. La dieta mediterranea, così come è intesa, è completamente diversa rispetto al modello alimentare che si adotta in Campania e anche nel Cilento. Quello di Ancel Keys “Era un modello diverso da quello di oggi. Era quello un modello di salubrità – ha dichiarato Vacca – che conteneva anche un differente stile di vita. Un sistema antropico che funzionava”. Quel modello oggi non esiste più, oggi sono altri stili alimentari a caratterizzare la dieta, anche nel Cilento.
Con ciò Vacca lancia una sfida: “Bisogna lavorare di profondità. Non ci sarà una rivoluzione alimentare fin quando non ci sarà una rivoluzione culturale”.
Il nutrizionista Antonio Vacca non ha fatto altro che ripetere i dettami che ha riportato nel libro “L’inciucio mediterraneo. Metafore, ipocrisie e prese per i fondelli nella società monocibista”, dove cerca di sfatare molti luoghi comuni legati al cibo e all’alimentazione. A riguardo della dieta mediterranea: “L’inciucio mediterraneo è la tendenza a pettegolare mettendo al centro del dibattito sul cibo l’aggettivo ‘mediterraneo’, come se da solo questo appellativo bastasse a raggiungere il benessere, come se da solo equivalesse a mangiar sano e a vivere in forma”.
Ma tutto ciò non confliggeva con il valorizzare i principi di Ancel Keys. Infatti nel 2009, presentando il libro di cui sopra, Vacca dichiarò profeticamente: “La provincia di Salerno terra bellissima e ricca di tantissime risorse, ora deve scommettere sul cibo, evitando in tal modo di buttare alle ortiche la possibilità di diventare la vetrina della cibicità scientifica e gastronomica, e perché no? anche chiedere il suggello Unesco per la dieta mediterranea, bene immateriale ma tuttavia di straordinario valore, e per questo da difendere e tutelare come uno dei tanti tesori di cui Salerno dispone”. Dichiarazione che stride se confrontata con quella della settimana scorsa: “Più che pensare ai riconoscimenti penso che dovremmo interrogarci sulla salubrità del territorio. Bisogna essere realisti e abbandonare la dimensione ‘chiacchierologica’ della dieta mediterranea”.
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