Padula, epidemia di carbonchio. Scatta il divieto di caccia nelle zone colpite
| di Luigi MartinoContinua a destare preoccupazione, nei territori montani dei comuni di Montesano e Padula, l’epidemia da “carbonchio ematico” che ha causato la morte di decine di bovini. Al fine di arginare la diffusione della pericolosa malattia infettiva, i primi cittadini dei due comuni valdianesi hanno emesso un’apposita ordinanza con cui si interdice momentaneamente qualsiasi attività venatoria e di raccolta di prodotti di sottobosco.
I divieti riguardano le località Mandrano, Campitelli, Monte Romito e San Michele alle Grottelle, per il comune di Padula, e, invece, le zone di Campolongo, Magorno, Caradonna e Temponi, per il territorio comunale di Montesano.
Cos’è il Carbonchio?
Il carbonchio è un’infezione acuta causata dal batterio Bacillus anthracis. Il carbonchio generalmente si manifesta come malattia endemica in animali erbivori selvatici o domestici, quali pecore, bovini, cavalli, capre e suini, ma può anche svilupparsi nell’uomo, per esposizione ad animali infetti, tessuti di animali infetti o inalazione di spore o possono infettarsi anche mangiando cibo contaminato con spore del suddetto batterio. Non sono mai stati registrati casi di trasmissione da uomo a uomo. Il termine deriva dal greco ἄνθραξ, che significa “carbone”, dal colore nero delle lesioni cutanee che si sviluppano nelle vittime di questa infezione. Un altro nome del carbonchio a localizzazione cutanea è, tra l’altro, “Antrace”.
Il carbonchio si trova in tutto il mondo. È più comune nei paesi in via di sviluppo o in paesi senza programmi di prevenzione veterinaria. Certe regioni del mondo hanno un’incidenza più alta di antrace tra gli animali: America Centrale e Meridionale, Europa dell’Est, Africa, Caraibi e Medio Oriente.
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