Crisi? Noi torniamo al baratto. A Sicilì si compra senza portafogli
| di Marianna ValloneNella piazza del paese si baratta tutto. Anche i fichi d’india con le patate, come si faceva una decina di anni fa, tra il Cilento e il Vallo di Diano. Alla festa dell’autoproduzione e del baratto della cooperativa Terra di Resilienza qualcuno potrà portare anche la propria nonna. Non certo per barattarla, quella non si scambia per niente al mondo. Ma le sue mani, sì. Si potrebbe barattare la sua particolare bravura nel fare i cavatelli o i fusilli, tipici di questi posti, con dei litri d’olio extra vergine o con una bella borsa vintage. Oppure perché no, canzoni sulla resistenza in cambio di una torta al cioccolato, quattro fumetti di Dylan Dog o una poesia.
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Ma si possono scambiare i più svariati beni e servizi, materiali e immateriali. «Si può barattare di tutto – spiega la cooperativa Terra di Resilienza – il frutto del proprio lavoro, semi di varietà antiche o oggetti in disuso. L’unico limite in questo caso è l’immaginazione. Per esempio se sei un webmaster puoi offrire i tuoi servizi informatici ad un’azienda agricola locale in cambio di olio o vino, se sei un’artista puoi scambiare una tua performance o opera col soggiorno in un agriturismo della zona e molto altro».
Sabato 22 giugno, a partire dalle 17, la piazzetta principale di Sicilì di Morigerati diventerà il luogo della festa dove ognuno avrà la possibilità di esporre beni e servizi e contrattare in maniera privata il baratto con gli altri partecipanti. Lo scambio è libero e non è stato assegnato un valore agli oggetti. Nel cuore del Cilento la crisi si combatte così: si compra e si vende senza metter mano al portafogli.
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