Ascesa Marina, Velia: le mareggiate e il lungomare, una storia infinita!?
| di Biagio CafaroQualche settimana fa un lettore ha scritto alla redazione del Giornale del Cilento in merito all’annosa questione riguardante l’erosione costiera nel comune di Ascea. Nella lettera si metteva in risalto come “In Ascea Marina loc. Velia nel Parco del Cilento davanti al campeggio Serra un muro di cemento con strada annessa, direttamente sulla spiaggia, laddove, la spiaggia pubblica era larga più di 20 metri, da tre anni si ricostruisce una muraglia. Ogni qualvolta le mareggiate la distruggono,essa viene ricostruita”.
Della questione, questo giornale, già se ne è occupato. L’anno scorso è stata data la notizia di una mareggiata che ha provocato danni sul lungomare asceoto, ma non è stata la prima a danneggiare il litorale. La conclusione di quell’articolo è stata: “Così, la località costiera cilentana sarà costretta a subire i danni delle mareggiate, che continueranno a creare disagi”. Per chi non è di Ascea le conclusioni dell’articolo potrebbero sembrare una profezia o, per altri, una gufata. Purtroppo non è così, semplicemente perché questi fenomeni sono diventati ciclici.
Infatti, nel 2010, le mareggiate dei giorni 1, 2, 5, 9 e 10 gennaio hanno procurato danni alle strutture comunali per una cifra pari a 590.000€, 500.000€ dei quali hanno riguardato il ripristino dei muretti che costeggiano il lungomare, danneggiati appunto, dalle mareggiate.
Ma non è finita. Il 4 giugno 2010, ad Ascea Marina, è stato necessario vietare la balneazione a causa dei danni subiti dalle strutture pubbliche e private sul lungomare per garantire l’incolumità fisica delle persone e il ripristino delle strutture danneggiate.
Ma c’è una soluzione a tutto ciò? Una risposta a questa domanda l’ha data Antonio Scarfone, tra gli organizzatori del 25° Marmeeting “Aspetti e problematiche di evoluzione ambientale”. Scarfone : “Ritengo che il modo migliore per gestire le coste sia innanzitutto quello di considerare questa delicata area geografica (cilento, ndr) come un bene privo di “limiti amministrativi”. Bisogna infatti considerare che qualsiasi intervento realizzato in essa, sia di infrastrutture (come può ad esempio essere un porto), sia di opere di difesa (come ad esempio una barriera sommersa) ha creato e crea una condizione di disequilibrio per l’ambiente circostante. Credo pertanto che in futuro qualsiasi intervento che interessi le nostre coste non possa prescindere da una fattiva e congiunta collaborazione da parte di chi ha il dovere di amministrare il nostro territorio”.
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