Arrestato in Colombia l’uomo che conosce il killer di Vassallo

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Arrestato in Colombia l’uomo che conosce il killer di Vassallo

In manette è finito Bruno Humberto Damiani (nella foto), noto negli ambienti malavitosi di Salerno con il soprannome di «Brasiliano». L’uomo arrestato ha il doppio passaporto, italiano e brasiliano, ed era tornato in Brasile poco dopo l’omicidio Vassallo con un biglietto aereo comprato a maggio 2010 da uomo libero. Il blitz è scattato grazie agli uomini della polizia colombiana all’areoporto internazionale di Bogotà, capitale della Colombia. Damiani era appena sbarcato dal Brasile. Secondo chi indaga sul caso il «Brasiliano» è l’uomo che potrebbe far chiudere il cerchio di indagini intorno all’omicidio del sindaco di Pollica Angelo Vassallo, trucidato a colpi di pistola nella propria automobile la sera del 5 settembre 2010. Il motivo dell’omicidio, irrisolto dopo quasi quattro anni e con l’arma del delitto mai trovata, potrebbe ruotare intorno al fatto che il primo cittadino cilentano non volesse organizzazioni criminali e traffici di droga all’interno del proprio comune costiero.

Il ritratto di chi «conosce i fatti» Secondo la procura di Salerno l’uomo sarebbe a capo di un’organizzazione che aveva avviato un’attività di spaccio di droga lungo la costa cilentana, in particolare ad Acciaroli. Damiani non è indagato nell’assassinio del sindaco Pescatore. L’istanza di estradizione, infatti, era stata inviata per un altro procedimento, lo spaccio di droga nel territorio di Acciaroli nell’estate del 2010: «Non abbiamo prove tali da poterlo iscrivere nel registro degli indagati per l’omicidio di Angelo Vassallo – disse qualche mese fa Franco Roberti quando era pm di Salerno – ma per lo spaccio di droga abbiamo ora la possibilità di sentirlo». Il nome di Damiani venne fuori subito dopo l’omicidio di Angelo e nuovamente qualche mese fa. Due collaboratori di giustizia, infatti, avrebbero raccontato il ruolo dell’uomo nel mondo della droga nel Cilento e quanto Vassallo rappresentasse un «pericolo» perché da sempre in netto contrasto con lo spaccio di stupefacenti nella sua Acciaroli. Nel 2011, ma a ottobre, il gip di Salerno e quello di Vallo della Lucania emettono una misura che lo riguarda nell’ambito dell’indagine sullo spaccio di droga. Damiani è chiamato in causa per i rapporti con una famiglia di albergatori di Pollica-Acciaroli e alcuni pregiudicati dell’area Nord di Napoli, rapporti intrattenuti anche nelle ore immediatamente precedenti e successive all’omicidio del primo cittadino, che più volte aveva intrapreso azioni di contrasto allo spaccio nella sua cittadina, bandiera blu per le acque marine incontaminate e tra le perle del Cilento. L’istanza di estradizione per Damiani è stata avanzata nel mese di marzo scorso dall’allora procuratore della Repubblica del tribunale di Salerno, Franco Roberti, che vuole fare luce sul delitto che ha sconvolto il Cilento. Il «Brasiliano», inoltre, era destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare dal 20 giugno 2011 per due tentate estorsioni con l’aggravante del metodo mafioso in concorso con Giuseppe Stellato, alias «Pappacchione». Attualmente sono in corso le procedure estradizionali per consentire il trasferimento del detenuto in Italia.

Il sindaco Pisani L’attuale primo cittadino di Pollica che ha avuto il difficile compito di prendere il posto di Angelo Vassallo, ha lasciato le sue prime impressioni, dopo aver appreso la notizia, al telefono con il giornale del Cilento. «Ho saputo la notizia questa mattina sono davvero felice di questa svolta che c’è stata e tengo moltissimo a fare i complimenti a chi ha lavorato alle indagini – rivela Stefano Pisani -. La costanza viene sempre premiata e questo caso lo conferma, adesso aspettiamo quello che verrà fuori dall’ulteriore lavoro che dovranno fare gli inquirenti speriamo che l’uomo fermato possa fare presto rientro in Italia e speriamo di avere al più presto maggiori informazioni. Dopo tanto tempo dalla morte di Angelo – continua il sindaco – è ovvio che le nostre speranze si erano affievolite rispetto alla necessità di arrivare alla verità. Questo era il momento in cui sembrava che la buona sorte non era dalla nostra parte e invece oggi è arrivata questa bella notizia che rinvigorisce le nostre speranze e ci fa essere ancora più fiduciosi». Pisani passa dal ricordo di Vassallo all’elogio rivolto alla magistratura e all’Antimafia di Salerno: «Abbiamo sempre saputo che gli inqurienti erano costantemente a lavoro – afferma Pisani – siamo stati sempre fiduciosi della loro professionalità e della loro competenza. Sapevamo che mai avrebbero mollato la presa. Noi dalla nostra parte abbiamo continuato a tenere accesi i riflettori sul caso Vassallo non soltanto per cercare la verità. Sapevamo che questo era un lavoro affidato in buone mani». Pollica in questi tre anni e mezzo ha dato vita costantemente a manifestazioni e incontri il cui tema centrale restava sempre il sindaco Pescatore mai dimenticato nei vicoli fioriti e curati del borgo marino cilentano. «Dare vita però a iniziative in nome di Angelo Vassallo – spiega ancora Stefano Pisani – significa e ha significato per noi tenere alto il buon esempio di Angelo, il valore sociale e culturale della sua iniziativa politica, fare conoscere il segno incaccelabile di una figura esemplare. Parallelamente a questo nostro lavoro ci sono gli inquirenti costantemente sulle tracce che conducono all’assassino di Vassallo, oggi il loro lavoro ha portato a un risultato significativo davvero grazie da parte mia e di tutta la nostra comunità». In conclusione: «E’ difficile farsi un’idea di quello che è accaduto lo dico oggi come l’ho detto sempre. Samo fiduciosi e in attesa di avere presto un quadro più chiaro per poi ricollegare i ricordi di tutti noi sulla vicenda».

Il procuratore all’università di Salerno Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia ed ex procuratore dell’Antimafia di Salerno, è stato ospitato dal dipartimento di Scienze Giuridiche all’incontro sul crimine internazionale che si è tenuto a novembre all’università degli studi di Salerno. In quell’occasione Roberti parlò di Angelo Vassallo e degli inceppi che ruota intorno al caso: «Il caso Vassallo è un caso drammatico più che importante – disse rivolgendosi agli studenti -. Io sono stato molto vicino ho seguito molto queste indagini anche con la vicinanza ai familiari. E’ un caso eclatante. Il caso Vassallo – continuò il procuratore – è importante perchè diciamo c’è un inceppo, infatti quando mi hanno chiesto secondo te chi è Vassallo, Vassallo è una vittima che aspetta giustizia e finchè ci sarà una vittima che aspetta giustizia, il nostro compito, il nostro dovere è quello di fare di tutto per rendergli giustizia. Quindi le indagini sul caso Vassallo non si fermano e non si fermeranno mai – conclude – perchè è nostro dovere quello di Vassallo e della sua famiglia di avere giustizia».

Antonio, figlio di Angelo Qualche settimana fa Antonio Vassallo, figlio del sindaco Pescatore, era intervenuto su Facebook parlando della vicenda Marò  e spostandosi poi sull’omicidio del padre e su Bruno Damiani, poi arrestato. «I Marò, con tanto rispetto per la giustizia estera da parte dell’Italia, sono stati rimandati in India, con il rischio di non far più rientro in patria – scrive Antonio su Facebook -. Nel contempo, la giustizia italiana, anch’essa “si fa onore” lasciando a piede completamente libero qualsivoglia indagato per qualsivoglia delitto più o meno grave. Vedi Cesare Battisti, vedi Amanda Knox, Vedi…l’omicidio di un SINDACO..dove uno dei possibili assassini, indagato da subito, pochi giorni dopo l’ accaduto, viene lasciato partire, nel pieno delle indagini dunque, tranquillamente per il Brasile e dove tutt’ ora giace legalmente, nonostante le condanne definitive, emerse, poi, per estorsione e spaccio. L’Italia, oggi come ieri, è una nazione senza personalità, ci fanno ammazzare per rispettare le leggi estere, ma non sanno imporsi per far rispettare la nostra giustizia, ammesso che esista davvero in questo paese..la giustizia».

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