Elezioni presidenziali: i parlamentari salernitani assediati da commenti contro l’inciucio, scopriamo i papabili
| di Vincenzo Di SantoSono ancora aperte le trattative tra i partiti per far convergere il massimo dei voti verso un personaggio che deve essere “super partes” e che avrà il complicato compito di indicare il nuovo presidente del consiglio.
I nomi che girano nei palazzi sono: Franco Marini che avrebbe l’appoggio del Pdl, lega e Pd eccezion fatta per i renziani; Stefano Rodotà appoggiato dal movimento 5 stelle di Grillo e dal Sel di Nichi Vendola, Massimo D’alema appoggiato solo dal Pd, Giuliano Amato sponsorizzato dai renziani e dal Pd, Romano Prodi che dovrebbe ricevere l’appoggio del Pd e del movimento 5 stelle di Grillo.
Sui social network, intanto, numerosi cittadini che nella scorsa tornata elettorale hanno votato Pd, stanno chiedendo a gran voce il no all’inciucio che in questo caso è rappresentato dall’elezione a presidente della Repubblica di Franco Marini e si a Stefano Rodotà. Così i parlamentari salernitani del Pd, Tino Iannuzzi, Simone Valiante, Sabrina Capozzolo, Angelica Saggese e Fulvio Buonabitacola stanno ricevendo numerosi commenti e richieste per non votare Marini.
In particolare il cilentano Simone Valiante, «Marini no grazie. E anche Amato, no grazie. E anche D’Alema, no grazie» scrive un utente sul profilo Facebook del vicesindaco di Cuccaro Vetere, raggiunto anche da un messaggio dell’ex sindaco di Pisciotta Vittorio Marsicano: «Onorevole dia un segnale forte che lo apprezzeranno in tanti e soprattutto chi come me non vota la destra di Berlusconi: non voti Marini». Così invece un cittadino sul profilo di Tino Iannuzzi: «Caro Tino, mi appello al tuo senso di responsabilità . Il modo e la forma della scelta di Marini lasciano sconcertati. Il Paese reale va in un’altra direzione. Se non vogliamo che il partito scompaia votiamo Rodota’. Dimostra che anche noi dalla base contiamo qualcosa, almeno nell’indurti ad una riflessione».
Di seguito chi sono e cosa hanno fatto i papabili presidenti della Repubblica
Franco Marini è nato a San Pio delle Camere, in provincia dell’Aquila, nel 1933. Ex presidente del Senato tra il 2006 e il 2008, e attualmente alla guida della corrente cattolica del partito democratico, inizia la sua carriera politica nella democrazia cristiana, a cui aderisce nel 1950. Impegnato nelle acli e nell’azione cattolica, nel 1985 diventa segretario nazionale della Cisl. Dopo la morte di Carlo Donat-Cattin, nel 1991, ne diventa il naturale erede alla guida della corrente interna al partito più vicina al mondo del lavoro. Nello stesso anno diventa ministro della previdenza sociale e del lavoro nel governo guidato da Giulio Andreotti. L’anno successivo è candidato per la dc alle politiche ed è il primo degli eletti su scala nazionale. Candidato alle politiche del 2006, entra a Palazzo Madama e il 29 aprile viene eletto presidente del Senato, battendo Andreotti e succedendo così a Marcello Pera. Il suo incarico dura due anni.
Stefano Rodotà è nato nel 1933 a Cosenza, è stato eletto deputato nel1979 come indipendente nelle liste del Pci, nel 1983 viene rieletto e diventa presidente del gruppo parlamentare della sinistra indipendente. Deputato per la terza volta nel 1987,nel 1989 è nominato ministro della giustizia nel governo ombra creato dal Pci di Achille Occhetto e successivamente aderisce al partito democratico di sinistra, del quale sarà il primo leader. Nell’aprile del 1992 torna alla camera dei deputati tra le file del Pds, viene eletto vicepresidente e fa parte della nuova commissione bicamerale. Giurista, docente universitario e politico, ha alle spalle una lunga attività parlamentare nella sinistra ed è stato dal 1997 al 2005 garante per la privacy: negli ultimi anni si è sempre impegnato a favore dei beni comuni, anche partecipando attivamente al referendum del 2011 per l’acqua pubblica.
Massimo D’Alema: romano, 64 anni, attuale presidente del Copasir. Ha iniziato la carriera politica giovanissimo nelle file del Pci, arrivando a ricoprire l’incarico di segretario generale Fgci nel 1975. Entra in Parlamento nel 1987 ed è uno dei massimi protagonisti della transizione del Pci in Pds, Ds e poi Pd. Presidente del Consiglio dal 1998 al 2000 dopo l’abdicazione di Prodi, è stato poi parlamentare europeo e quindi titolare alla Farnesina nella seconda esperienza da premier del Professore.
Giuliano Amato: torinese, quasi 75 anni, è un volto noto della politica di vecchio stampo e giurista costituzionale. Più volte deputato, è stato nominato per due volte presidente del Consiglio, nel 1992 e nel 2000. In entrambi i casi, i suoi governi furono di breve durata, come nelle premesse che lo avevano individuato come traghettatore. Oltre alla carica di premier, ha ricoperto i ruoli di ministro del Tesoro (governi Goria-De Mita), ministro dell’interno (governo Prodi I) ed è stato presidente Antitrust dal 1994 al 1997. Ha iniziato la sua carriera politica tra le file del Psi craxiano, per poi passare all’Ulivo.
Romano Prodi: emiliano, 73 anni, è professore dell’università di Bologna di economia politica. Dopo una prima breve apparizione da ministro nel 1978, è stato chiamato a dirigere l’Iri dal 1982 al 1989 e poi dal 1993 al 1994. Nel 1996, è candidato alla presidenza del consiglio con il centrosinistra dopo aver fondato l’Ulivo, vince le elezioni e diventa premier fino al 1998, portando l’Italia a entrare con i paesi maggiori nel club della moneta unica. Cade nel 1998; un anno dopo viene eletto presidente della commissione europea, fino al 2004, quando rientra in Italia e sfida nuovamente Berlusconi, riuscendo a batterlo di 24mila voti. Il suo secondo governo nato nel 2006 finirà però già nel 2008. Da allora, è presidente del gruppo Onu – unione Africana, dopo essere stato primo presidente del partito democratico.
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