Crowdfunding per restaurare i libri della Certosa di Padula
| di Luigi MartinoTra le novità più interessanti uscita fuori durante il premio ‘Best Practices’ per l’innovazione è stata il lancio del crowdfunding, grande opportunità per raccogliere fondi. Questo utilissimo strumento, grazie alla piattaforma Derev, consentirà la raccolta di capitali al fine di restaurare cinque volumi storici della Certosa di Padula ed il recupero in tecnologia digitale di un volume della biblioteca Michelangiolesca della Basilica di San Lorenzo a Firenze. Un progetto di simbiosi importante di cui Confindustria Salerno, con il presidente Mauro Maccauro, si è fatta promotrice, incontrando subito il favore della Soprintendenza Bap di Salerno e Avellino, guidata da Gennaro Miccio che si dice entusiasta di questa collaborazione. «Grazie al mondo della finanza e dell’impresa si possono fare, logicamente, cose ben più importanti. Sono soddisfatto di questa sinergia – ha dichiarato Miccio – con Confindustria e con il premio. Il patrimonio artistico e letterario è uno dei beni più importanti della nostra regione. E’ da questo che occorre ripartire, senza non si va da nessuna parte. Anzi – continua – il mio invito al mondo delle imprese è quello di non solo sponsorizzare i beni, ma di gestirli direttamente. Sarebbe un modo per mettere in atto un circolo virtuoso per le aziende stesse ma anche per il circuito economico campano».
Il progetto L’inventario del sopravvissuto fondo storico della biblioteca della Certosa di Padula annovera circa 2040 unità (inclusi i testi incompleti, le raccolte dei fogli sciolti e i periodici). Dal 1982 detto patrimonio è stato definitivamente preso in carico come «Bene culturale» dalla Soprintendenza ai Bap di Salerno e Avellino e inserito, con la stima dettagliata, nel registro dei Beni detti immobili del ministero. Quasi tutto il fondo necessita di un intervento generale finalizzato alla conservazione e alla consultazione. Per quanto riguarda la conservazione, si precisa che dopo i lavori di disinfestazione – eseguiti alcuni anni fa – solo una piccolissima parte di essi (gli incunaboli e circa metà cinquecentine, attualmente conservati in ambienti separati), ha beneficiato di intervento di restauro. La sistemazione completa del fondo librario richiederebbe un impegno di spesa notevole. I libri esistenti costituiscono un esemplare unico dell’antica biblioteca certosina: alcuni furono salvati probabilmente dagli stessi monaci durante la prima soppressione, altri furono acquisiti nel corso del XIX secolo dai religiosi durante la loro seconda permanenza. «E i libri dove sono?». E’ questa una delle domande più frequenti che i visitatori pongono agli addetti ai lavori al termine di una visita alla Certosa di Padula, soprattutto se hanno avuto modo di visitare anche l’imponente biblioteca al piano superiore che seppure priva di libri, fa bella mostra di se con i 26 scaffali settecenteschi in noce ed i cartigli in alto che ancora elencano il sapere dei monaci, quali, ad esempio: Scriptores Chartusiani, Retorici, Santi patres, Sacra scriptura, Historici profani, Medici, Libri proibiti. Il progetto di restauro e di successiva esposizione di alcuni dei libri sopravvissuti, che si presenta in questa sede, si pone l’obiettivo di dare una risposta concreta all’ interrogativo e di creare in Certosa una sezione permanente dedicata al progressivo recupero del materiale bibliografico, cartaceo e documentario superstite.Tra tutti i volumi conservati, sono stati individuati quei libri che trattano argomenti riguardanti la vita e la regola dell’ordine presente a Padula. In varia misura sono tutti pregevoli: si tratta di una cinquecentina, di tre libri del 1600 ed uno del 1700, tutti stampati in Francia.
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