Cilento, sette Unioni municipali al posto di venti Comuni. Ma otto centri salvano le giunte
| di Federico MartinoL’articolo 16 del decreto prevede che dalle prossime elezioni amministrative i comuni al di sotto dei mille abitanti eleggeranno solo il sindaco, mentre saranno soppressi giunte e consigli. Per l’e sercizio delle funzioni amministrative si formerá un’Unione municipale con gli altri comuni che non superano i mille residenti.L’Unione sará costituita da un’assemblea, (formata dai sindaci ma con le funzioni del consiglio comunale), che eleggerá al suo interno il presidente (cioè il sindaco dell’Unione); sará poi quest’ultimo a nominare la giunta.
La normativa, però, non si applica a quei piccoli centri che, pur non arrivando a mille anime, hanno per confinanti solo municipalitá che superano questa soglia.In provincia di Salerno ci sono otto casi ( Controne, Laurito, Stella Cilento, Pertosa, San Mauro la Bruca, Cuccaro Vetere e Valle dell’Angelo), e per loro si prevede il ricorso allo strumento dell’Unione dei Comuni, giá previsto nel testo unico del 2000 sugli enti locali.Queste otto amministrazioni conserveranno, oltre al sindaco, cinque consiglieri e due assessori, ma dovranno costituire con i territori contermini le Unioni di comuni, per «esercitare congiuntamente una pluralitá di funzioni di loro competenza».
Di quanti centri sará composta l’Unione non è ancora chiaro, così come non sono definite le modalitá di una eventuale scelta. Il provvedimento del Governo dovrá essere accompagnato da decreti attuativi ed è ancora soggetto a modifiche in Parlamento, con una discussione che inizierá lunedì prossimo in commissione al Senato.
Nel ridisegno della cartina geografica potrebbe poi intervenire anche la Regione, con una delibera di giunta che deroghi al requisito di «almeno cinquemila abitanti» previsto per le Unioni municipali, quelle in cui dovrebbero confluire ventidue comuni del Salernitano. Se il limite sará abbassato (come da più parti si reputa probabile), i nuovi organismi saranno otto. Mappa alla mano, dovrebbero mettersi insieme Prignano con Rutino, Morigerati con Tortorella, Salvitelle con Romagnano al Monte, Santomenna con Castelnuovo di Conza, San Mauro Cilento con Serramezzana, Stio con Magliano Vetere, Campora e Monteforte Cilento; infine l’aggregazione più grande, che vedrebbe insieme le popolazioni di Roscigno, Sacco, Bellosguardo, Corleto Monforte, Sant’Angelo a Fasanella e Ottati.
Battaglia in Parlamento sul decreto, dove giá i parlamentari salernitani del Pd Alfonso Andria e Tino Iannuzzi hanno annunciato emendamenti . «Non si può decapitare con un atto di imperio l’esistenza di Comuni, che sono da sempre la prima e naturale istituzione nel rapporto diretto ed immediato con i cittadini» ha ribadito ieri Iannuzzi, che dice invece sì all’esercizio «associato e congiunto delle funzioni» e contesta che il provvedimento del Governo possa servire a tagliare la spesa pubblica. «Nei piccoli comuni – spiega – le indennitá ed i gettoni di presenza per amministratori e consiglieri sono minimi, se non inesistenti».
A difendere la manovra è invece il senatore del Pdl Vincenzo Fasano: «Il Parlamento – avverte – potrá dare un contributo per correzioni possibili, ma senza stravolgimenti. Anche nella provincia di Salerno vari esponenti politici dell’opposizione difendono l’indifendibile e, con prese di posizione sulla stampa, stanno scadendo in una demagogia che non porta da nessuna parte».
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