Opere incompiute a Sassano: «Che fine hanno fatto le promesse sull’Ecomostro?»
| di Marianna ValloneTra le 320 opere pubbliche “morte” della lunga lista stilata da “Incompiuto siciliano”, l’osservatorio partecipato sul fenomeno delle opere incompiute, spunta anche il nome dell’enorme manufatto di cemento del centro storico di Sassano, comune del Vallo di Diano. Un servizio di “Striscia la notizia” ha evidenziato, lo scorso marzo, lo stato di degrado della struttura che si sviluppa su sei piani. I lavori sono iniziati nel 2002 e sono stati bloccati nel 2009 ma in quell’occasione il sindaco, Tommaso Pellegrino, ha fatto sapere che sarebbe stato presentato un nuovo progetto che prevedeva innanzitutto il ridimensionamento della struttura e che i lavori si sarebbero conclusi entro due anni.
«Da mesi si attende di sapere cosa ha intenzione di farne dell’ecomostro di Sassano l’amministrazione Pellegrino – spiega un cittadino di Sassano, Nicola Trotta, al Giornale del Cilento. Dalla visita di “Striscia la notizia”, nel febbraio scorso, in poi – continua Trotta – si sono inseguite le voci e le ipotesi di intervento più disparate. Brumotti, con il suo show, offrì al Pellegrino l’occasione per sbizzarrirsi in dichiarazioni mediatiche in libertà. A giugno, diceva qualcuno, sarebbero iniziati addirittura i lavori. Forse si sarebbe abbattuto un piano. Se ne sarebbe fatto un impianto con un “centro multimediale” anche con il placet della Corte dei Conti”. Il progetto sarebbe stato visibile online. E il primo cittadino “minacciava” addirittura di mettersi in mutande. Massima trasparenza. E il “belvedere” del Vallo tornare fruibile ai cristiani. Forse… Perché ad oggi, ciò che si è in grado di raccogliere sono solo voci che si rincorrono e zero trasparenza. Al Comune l’argomento è tabù. E solo sottovoce – ma molto sottovoce – si riescono a carpire informazioni. Intanto di atti e decisioni rese pubbliche: zero».
Il silenzio «Negli ultimi mesi – continua ancora Trotta – non sono stati pubblicati né bandi, né lanciati nuovi “concorsi di idee”. Ciò che lascia molto perplessi, di fronte ad un evidente deficit di trasparenza e corretta gestione della cosa pubblica, che nella gestione della vicenda ecomostro vede solo uno degli esempi più evidenti senza dimenticare l’AREA P.I.P., è il silenzio – di comodo o imposto? – degli accademici, autoreferenziali, difensori della legalità. Ma tant’è… Ognuno prende posizione su ciò che gli fa più comodo. O da meno fastidio. Così va il mondo. Da voci di corridoio ed informazioni raccolte, pare che ad occuparsi del “restyling” siano studi ben rappresentati in amministrazione. E, molto ben introdotti a livello familiare in giunta. Una cosa è certa, l’ecomostro, ad oggi, alla collettività è costato oltre 200 euro a famiglia e ne costerà quasi mille alla fine. Eppure, non erano mancate le solite sviolinate su qualche organo di “informazione” locale che, riportando le parole del Sindaco, affermava:”… l’ecomostro di Sassano, a breve, non ci sarà più. Sarà ridimensionato. Questa la secca e decisa dichiarazione del sindaco Tommaso Pellegrino… Prima della prossima estate [cioè quella già archiviata] dovrebbero avere inizio i lavori di demolizione e di completamento, questa la promessa che è stata accolta con lunghi e significativi applausi…” Appunto, gli applausi».
«In sintesi – conclude Trotta – le promesse erano quelle di intervenire concretamente e decidere cosa farne e come – ma non in futuro – già “ieri”. Invece, nella realtà, oggi si gira a vuoto. Vi sono delibere che documentano solo ulteriori costi a carico della collettività, sospette assegnazioni di incarichi consulenziali e, da quel che si intravvede attorno alle economie derivate, si stanno scatenando appetiti coerenti con le dinamiche descritte nell’articolo inviato. Classico esempio di familismo amorale che a queste latitudini è stato trasformato anche in volgare. Ma proposte concrete zero».
©
©Riproduzione riservata