Quando la leggenda diventa storia: il fascino intramontabile dei “Munacieddi” (Parte I)

| di
Quando la leggenda diventa storia: il fascino intramontabile dei “Munacieddi” (Parte I)

Poco più di un anno fa, su questa stessa testata, è apparso un articolo sulle leggende cilentane titolato “Il Cilento delle leggende. Li Munacieddi..tra fascino e mistero”. Riproporre l’argomento è un po come riattivare la concezione di avere nel territorio una storia variegata, che non si limita ai puri fatti documentabili ma si innesta in un circuito culturale ben più ampio, un ambito in cui le leggende hanno un ruolo tutt’altro che marginale. È questo l’esempio meglio rappresentativo nel dinamico panorama storico-culturale dell’intero Cilento: una leggenda col tempo divenuta storia che pur affonda le sue radici nella zona partenopea ma che rivendica con orgoglio le sue affascinanti varianti nelle terre nostrane. E non credo sia azzardato etichettare quella dei “munacieddi” come evento storico, pur anche non potendo i rigidi canoni che contemplano la storia, trovare un solido accoglimento in questa circostanza; ma difficile è immaginare l’appartenenza dei “munacieddi” ad altro ambito, di non eguale valore a quello “storico puro”.
 

Come e dove nasce il mito/leggenda dei “munacieddi”? L’origine partenopea.
Pare esser dato certo, almeno per la percezione più stretta, di identificare questa figura magica e misteriosa col classico “monaciello” napoletano. Ed è qui, secondo studi e memorie popolari che nasce questa figura e nella stessa città sono diverse le accezioni che riconducono all’origine.
Risalgono al 1400 circa gli eventi tramandati a proposito di una tale “Caterinella”, fanciulla nobile e infelice. Secondo i racconti venne rinchiusa in convento dopo l’assassinio del suo sposo, uomo non gradito alla famiglia. La donna diede alla luce un bambino dalle sembianze strane e per nascondere le sue difformità vagava succinto dell’abito tipico dei monaci che gli era stato dato dalle suore. Morì in tenera età afflitto da un grave malanno, nonostante il quale era noto per la sua vivacità. Da allora pare che la gente continuasse a vederlo in posti diversi e col tempo iniziarono ad attribuirgli poteri magici. 
Altra accezione, altra storia che racchiude al suo interno due ipotesi. Lo scenario è sempre Napoli ma il contesto e i fatti si snodano su una direttrice diversa, meno dolente e dai risvolti più miti: lo sfondo sono “i pozzi d’acqua”. Il “munaciello” poteva definirsi come l’antico gestore dei pozzi poiché la sua bassa statura consentiva l’entrata e il passaggio tramite stretti cunicoli comunicanti tra loro fra un abitazione e l’altra. Sfruttava, dunque, i canali in cui si calava il secchio per recuperare l’acqua. Ed è sempre legata a questa variante, l’ipotesi secondo cui “l’ometto” facesse un vero e proprio mestiere: ripuliva i pozzi su commissione e a domicilio. In entrambi i casi, il suo calare e risalire, dava l’impressione di scomparire e riapparire. A lavoro ultimato, la mancata retribuzione era ricambiata da burla e dispetti. Ciò si congiunge perfettamente alle varianti moderne anche cilentane.
Oltralpe ed oltreoceano. Terreno fertile per la ricerca della “verità perduta” circa la nascita del “munacieddo”, non è solo la Campania o il Sud Italia in generale, ne tanto meno l’intera penisola: bisogna varcare i confini nazionali e le acque continentali per meglio coglierne tutte le sue possibili accezioni. Nella mitologia nordica una leggenda simile ruota intorno alla figura di un folletto, benigno o malefico, secondo le varie versioni e le varie aree territoriali in cui si è sviluppata. Simili anche le accezioni d’oltreoceano, in cui l’elemento comune è senza dubbio la statura del personaggio e per certi versi anche “il modo di agire”. Tuttavia, bisogna restringere il campo d’azione alla sola zona campana, poiché, in questi casi, ci scostiamo molto dalle versioni nostrane: unici tratti comuni, come già detto,  sono il soggetto “di piccola statura”, che sia uomo o folletto e l’atteggiamento spesso dispettoso, se così lo possiamo definire per sintetizzare.

E il Cilento? Il Cilento ha una lunga storia da raccontare a tal proposito ma di questo parleremo nel prossimo articolo!

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Consigliati per te

©Riproduzione riservata